Selfie in divisa dell'Isis prima di partire per Malta

Veste una divisa dell’Isis sui selfie che nasconde sul telefonino. Alali Faowaz, il siriano fermato dieci giorni fa all’aeroporto di Orio al Serio mentre tentava di imbarcarsi su un volo per Malta con un documento falso insieme ad un connazionale, potrebbe essere un jihadista dello Stato islamico. Sul cellulare gli investigatori hanno trovato una fotografia che lo ritrae con l’abito nero di foggia militare che usano i miliziani del Califfato. La procura di Bergamo, che lo ha accusa di associazione a delinquere e arruolamento con finalità di terrorismo, ritiene che «l’uomo possa essere organico all’Isis». Il siriano avrebbe giustificato la presenza della fotografia sul suo cellulare affermando che si tratta di un'istantanea che lo ritrae con l’uniforme dei vigili urbani. Insieme ad un connazionale è stato fermato nello scalo di Bergamo dagli agenti di frontiera insospettiti dai documenti presentati. Documenti intestati a un cittadino austriaco in un caso e a uno norvegese nell’altro, mentre i due parlavano solo in arabo. I siriani transitati a Orio al Serio, e gli altri fermati a Ciampino e Catania sempre per via di passaporti falsificati, ha rivelato una fonte investigativa maltese a «Il Tempo», avrebbero avuto nel mirino la regina Elisabetta II durante la partecipazione al Commonwealth Heads of Government Meeting, il vertice dei capi di governo di tutti i 53 Paesi che facevano parte dell’Impero britannico e che ora sono rimasti legati a Londra da accordi commerciali. Erano tutti diretti a La Valletta. Un sesto siriano, però, sarebbe sfuggito ai controlli, riuscendo quindi a prendere un volo dall’Italia diretto nell’isola del Mediterraneo. L’allerta resta quindi massima, soprattutto perché non si esclude che altri presunti terroristi possano essere partiti da altri Paesi europei. L’Isis aveva già provato ad uccidere la Regina d’Inghilterra lo scorso agosto durante i festeggiamenti per la fine della Seconda guerra Mondiale. A far preoccupare la polizia c’è pure l’afghano di 22 anni fermato domenica dalla polizia a Bardonecchia, al confine tra Francia e Italia a bordo di un treno ad alta velocità. Nello zaino aveva numerosi ellulari, un telefono satellitare e una ventina di schede sim. Sulle memorie dei telefonini gli inquirenti hanno trovato immagini di guerra, forse scattate in Siria e Iraq, tra cui una che ritrae dei miliziani armati con accanto teste mozzate di giovani uomini. L’uomo ha raccontato di essere fuggito dal proprio paese e aver vissuto per una decina d’anni a Londra e di aver poi deciso di raggiungere Roma per chiedere asilo politico. L’uomo, fermato per ricettazione, è stato scarcerato dal gip perchè non si è potuto accertare il reato contestato. È stato trasferito presso il Cie di Torino. Gli investigatori, coordinati dal pm Andrea Padalino, sono al lavoro per verificare la storia raccontata e capire a chi fossero destinate le schede telefoniche. Gli inquirenti stanno inoltre cercando di scoprire i reali motivi del viaggio del «falso» rifugiato.