Giro di vite di Alfano Basta moschee irregolari
Una delle difficoltà maggiori nei confronti del variegato mondo islamico è quella di controllare i luoghi di culto, veri o presunti. Cosa predicano gli imam nelle moschee improvvisate, spesso in scantinati o garage? Da chi sono finanziati i cosiddetti «centri culturali» e dove finiscono i soldi? Domande che ritornano spesso in questi giorni di sospetti e paure. Un problema che ha ben presente il ministro dell’Interno Alfano, che ne ha parlato ieri a Lecce nell’ambito di un convegno. «Chiuderemo i luoghi di culto musulmano abusivi e irregolari - ha annunciato il responsabile del Viminale - In Italia abbiamo 4 moschee e oltre 800 luoghi di culto musulmano. Abbiamo un sistema di vigilanza e controllo che ci permette di capire quello che succede. Chiuderemo i luoghi di culto abusivi e irregolari, non per impedire il culto ma per far sì che avvenga in luoghi che siano in regola con tutte le autorizzazioni previste». Alfano ha poi aggiunto che «chi prega non può inneggiare alla violenza, se c’è un imam che inneggia alla violenza dobbiamo avere la forza di cacciarlo per ragioni di sicurezza di Stato. Il tema del rafforzamento alle frontiere non è quello che risolve tutta la questione terrorismo - ha ribadito il ministro - Il rischio zero non esiste in nessun Paese ma neppure qualcosa di specifico che possa indicarci se qualcosa accadrà da una pare o dall'altra. Esiste però la prevenzione e il lavoro di intelligence per cercare di diminuire i rischi. Siamo in grado di separare chi prega da chi spara e siamo convinti che chi prega non possa inneggiare alla violenza né all'antisemitismo». Ma le parole di Alfano non convincono il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri. «Mentre il piano economico per la sicurezza si rivela un bluff, perché per il personale di fatto ci sono briciole e quindi si è trattato solo di una manovra propagandistica, con il rischio che il miliardo che dovrebbe essere destinato alla cultura finisca agli immigrati, scopriamo ulteriori inefficienze dell'attuale governo - afferma in una nota - Forza Italia, vergognosamente esclusa dal comitato controllo parlamentare sui servizi, il Copasir, porrà nelle sedi opportune la questione dell'ennesimo flop dei nostri servizi segreti. Il terrorista islamico Salah, che viveva in Belgio, era stato segnalato da varie strutture, eppure è entrato in Italia, ne è uscito, vi è rientrato, è transitato da Roma, è partito con un traghetto in Puglia, indisturbato e mai segnalato da nessuno. Prima di stanziare altri soldi per l'intelligence, vogliamo - aggiunge Gasparri - sapere qual è la qualità del loro lavoro. I nostri servizi segreti sono attualmente, per quello che possiamo sapere, inutili, inefficienti, se non addirittura dannosi per la sicurezza del Paese. Il nostro è un Paese colabrodo che bande di sventurati possono solcare in lungo e in largo senza che nessuno li individui». Dal canto suo il presidente del Copasir, Stucchi, avverte che «purtroppo chi dice che assolutamente non accadrà nulla durante il Giubileo lancia un messaggio non realistico. Nessuno ha la certezza che non accadrà nulla. C’è un livello di minaccia significativa e naturalmente bisogna tenere in considerazione che c’è un rischio quasi concreto che possa accadere qualcosa. Il messaggio da far passare è che da un lato non si può vivere nel terrore, e quindi dobbiamo continuare con la nostra vita normale, dall'altro, però, bisogna stare molto attenti a quello che accade attorno a noi».