Giallo Isis. «Lo abbiamo abbattuto noi»
«I soldati del califfato hanno abbattuto un aereo russo nel Sinai che trasportava più di 220 crociati russi, tutti sono stati uccisi. Sia lode ad Allah». Una frase che nessuno avrebbe voluto mai leggere o sentire e che è arrivata a poche ore dalla tragedia che ha coinvolto l’Airbus 321 della compagnia low cost russa Metrojet, che ieri mattina si è schiantato nella penisola del Sinai, in Egitto. Un breve comunicato con cui l’Isis ha rivendicato l’attentato, firmato dal gruppo terroristico "Provincia Sinai", affiliato allo Stato islamico, e che sostiene di aver colpito l'aereo, probabilmente con un missile. Da parte sua, il premier egiziano, Sherif Ismail, ha escluso che l’Airbus precipitato nel Sinai sia stato "abbattuto" da terra. Durante una conferenza stampa trasmessa dalla tv di Stato egiziana, Ismail ha comunque precisato che si dovranno attendere i risultati della scatola nera per appurare le cause della tragedia. Immediatamente dopo l’incidente, inoltre, e prima che la rivendicazione fosse resa pubblica, le stesse fonti hanno segnalato a Il Tempo un’intensa attività degli jihadisti sui social network che, attraverso post e commenti, ringraziavano Allah per quanto accaduto all’aereo russo carico di turisti provenienti da Sharm el-Sheikh e diretti a San Pietroburgo. E qualche ora dopo la tragedia in Rete è apparso il comunicato dei seguaci dell’Isis in Egitto, che hanno dichiarato di aver abbattuto l'aereo in risposta agli «attacchi della Russia in cui sono stati uccisi centinaia di musulmani sul territorio siriano». Da oltre un mese, infatti, Putin ha lanciato in Siria una massiccia campagna aerea contro lo Stato islamico e tutti i gruppi di ribelli anti Assad, dichiarando guerra al Califfato e impegnando un notevole dispiegamento di mezzi e uomini. E per questo, si legge nella rivendicazione che è stata divulgata in più lingue (arabo, inglese, russo e urdu), «come uccidono saranno uccisi, con il permesso di Allah». Uno choc terribile per tutto l’Occidente che, a questo punto, dovrebbe ammettere una capacità dell’Isis, sia in termini di intelligence sia in termini operativi, tale da riuscire a colpire un "soft target" (obiettivo facile). Una consapevolezza che fa paura sotto tutti i punti di vista. E allora, la stessa Russia si è affrettata a negare che l’aereo non è stato abbattuto e l’Egitto, dal canto suo, ha anche aggiunto che la rivendicazione non è da considerare attendibile. Intanto, però, Air France e Lufthansa hanno deciso di evitare di volare sopra la penisola del Sinai, almeno fino a quando non sarà chiarito cosa ha causato la tragedia aerea. Proprio nella zona in cui è precipitato il velivolo, infatti, nel nord della regione, l’esercito egiziano sta cercando di combattere il gruppo islamista che ha giurato fedeltà al Califfato. L’Isis, poi, nella rivendicazione ne ha per tutti: «Questo è per dimostrare ai russi e agli altri alleati che nelle terre e negli spazi aerei dei musulmani non saranno mai sicuri. Le stragi che portano avanti quotidianamente con gli attacchi aerei (nelle terre dei musulmani, ndr ) causerà la loro scomparsa. Come uccidono saranno uccisi, con il volere di Allah». In serata, inoltre, in Rete è stato divulgato anche un messaggio audio attribuito ad uno dei capi di Isis in Sinai, in cui si torna a rivendicare l’abbattimento dell’aereo russo. Attendibilità o meno del documento apparso in Rete, però, la possibilità che la causa dell’incidente aereo sia da attribuire ad un attentato terroristico firmato dai seguaci del Califfato, non è affatto escluso dagli addetti ai lavori. Gli analisti internazionali sono consapevoli che i terroristi dell’Isis hanno una rete di humint molto efficiente, con uomini piazzati in aeroporti, alberghi, ristoranti e anche tra i tassisti nei luoghi in cui decidono di colpire. Forse c’erano dei terroristi all’aeroporto di Sharm el-Sheikh che hanno monitorato l’aereo, tracciandolo dalla partenza e in attesa dell’imboscata sui monti Jabal al halal, una roccaforte dell’Isis in Sinai, da dove hanno lanciato il missile da 876 metri dal suolo, pari a 2865 piedi.