Un nuovo corvo in Vaticano. Forse due

Un altro "corvo" in Vaticano. Stavolta però è un ecclesiastico eccellente che avrebbe «carpito» le conversazioni del Santo padre. Se ne sa poco ma quel che è certo è che nelle prossime ore potrebbe esser data conferma dell’esito di un’inchiesta vaticana che si preannuncia devastante. Sono questioni di ore. La tensione è altissima. Non sarebbe un cameriere del Papa (come Paolo Gabriele, nel 2012 condannato e poi graziato da Benedetto XVI per aver trafugato documenti privati). Ma un alto prelato. Non sappiamo se lo stesso (sembra di no) di cui ha parlato a più riprese Il Tempo. Quel che è certo - per la non smentita vaticana - è lo scoop fatto sulla violazione del computer di un pezzo da novanta delle segrete stanze vaticane. In Vaticano c’è grande imbarazzo. La sala stampa della Santa Sede non conferma, né smentisce. Ma a dimostrazione della consistenza delle indiscrezioni rivelate dal giornale, la magistratura pontificia ha annunciato l’apertura di una inchiesta per venire a capo della vicenda. Quindi, l’esistenza di un "corvo 2" nelle sacre stanze è un sospetto ufficiale. L’atto iniziale del giallo è iniziato con la violazione del computer del revisore generale Fulvio Milone. Un episodio che mostra il riemergere di un nuovo clima di "veleni" e sospetti, quasi una nuova stagione di "corvi", come nella non rimpianta era-Vatileaks. C’è stata un’intrusione nel computer del revisore generale Libero Milone, 67 anni, il professionista scelto dal pontefice nel giugno scorso con il compito di supervisione e controllo sui conti e i bilanci di tutti gli organismi, gli uffici e le istituzioni della Santa Sede. Insomma, su tutta la finanza vaticana. La notizia, anticipata l’altra sera in tv da Luigi Bisignani e pubblicata ieri dal quotidiano Il Tempo, in via ufficiale non viene confermata né smentita, né tanto meno commentata, dalla Santa Sede. «Al momento non abbiamo nulla da dire», replica la Sala stampa vaticana. Ma sul fatto che sia vera non ci sono dubbi e nelle stanze d’Oltretevere se ne parla parecchio. La violazione informatica, si apprende, è avvenuta nelle scorse settimane nell’ufficio di Milone in Via della Conciliazione. Il revisore generale ha subito denunciato il fatto alla Gendarmeria vaticana e ora sono in corso le indagini, nelle quali potrebbero essere sequestrati altri computer. In altre parole, si attendono sviluppi. Soprattutto, l’oscuro episodio colpisce un uomo-chiave nella riforma delle finanze vaticane promossa da papa Francesco, cui è affidata la revisione dei conti dei dicasteri della Curia romana e delle istituzioni ad essa collegate, oltre alle amministrazioni che fanno capo al Governatorato della Città del Vaticano. A Milone, uomo con 32 anni di esperienza nella multinazionale dell’auditing Deloitte.