Yara, in aula la sorella Keba: "Non avevo mai visto Bossetti"
E' iniziata poco dopo le 9,30 l'udienza di oggi del processo a Massimo Bosetti, accusato dell'omicidio di Yara Gambirasio. In aula anche la sorella di Yara, Keba Gambirasio, arrivata in tribunale accompagnata dalla mamma Maura Panarese e dal papà Fulvio. In aula, come anche la scorsa settimana, anche la gemella di Bossetti. Quando l'imputato è entrato non ha più mostrato l'indifferenza delle scorse sedute, ma ha salutato il pubblico e la sorella. Il racconto di Keba ha aperto la seduta di oggi Molto emozionata, la ventenne, parte civile al processo, ha ripercorso le fasi della sera della sparizione della sorella. Ha spiegato: "Non aveva un diario personale, solo quello di scuola che io leggevo per controllare che facesse i compiti. Usava il pc di casa per scrivere a dei ragazzi tedeschi gemellati con la scuola". Il 26 novembre 2010, ha raccontato, "sono uscita alle 15.45 per andare a pallavolo. Quando sono tornata mia madre mi ha detto che Yara era andata a portare uno stereo in palestra ed era preoccupata perché non era ancora tornata. Quella sera mia mamma uscì a piedi per cercarla, io rimasi a casa con il mio fratellino e aspettavamo mio papà". Quello di Keba è un piccolo ritratto di Yara e della sua vita. "Non avevo mai conosciuto Bossetti e nemmeno i suoi familiari" - ha detto. "Yara era una sveglia, e sportiva, sempre in jeans e maglietta, metteva la gonna solo per le occasioni ufficiali. Non mi ha mai parlato di ragazzi più grandi o di avere confidenza con alcuni di loro. Non aveva rapporti con persone più grandi, me lo avrebbe detto o lo avrei saputo: io conoscevo tutte le sue frequentazioni, i compagni e gli amici del Centro estivo. Lei non mi mostrava mai il suo cellulare, ma so che nei contatti aveva solo numeri di parenti e compagni di scuola. Quando andavamo in vacanza stavamo dai parenti e frequentavamo solamente loro, e per uscire di casa chiedevamo sempre il permesso ai nostri genitori. La sera in cui è scomparsa avevamo discusso per portare lo stereo in palestra, ma poi avevamo deciso che lo avrebbe portato lei". Il teste: "Uomo misterioso sul luogo del ritrovamento del corpo" Il giorno del ritrovamento del corpo di Yara Gambirasio, sul posto c'era anche un uomo che seguiva la scena da lontano e che poi è scomparso all'arrivo della polizia. Lo ha raccontato oggi all'udienza per il processo a Massimo Bossetti, Ilario Scotti, l'aeromodellista di Bonate Sotto che per scoprì il corpo della ragazzina nel campo di Chignolo d'Isola, mentre provava il suo modellino. "Quando andai a recuperare l'aereo - ha raccontato - mi sembrò di vedere un mucchio di stracci, poi capii che era un cadavere e chiamai il 113. Mentre aspettavo vidi un uomo calvo, di 50-55 anni, al volante di un'utilitaria: ha posteggiato all'inizio della stradina, è sceso dall'auto e poi è salito con i piedi sui dei blocchetti di cemento da dove è rimasto a guardarmi per 10-15 minuti, poi si è allontanato quando si sono sentite le sirene".