Roma da mangiare. Arrivano i lupi
Sulla Roma ferita tornano ad avventarsi i lupi, che scendono dalle aree protette come i cinghiali e fanno capolino nella Capitale. «Particolarmente interessante è il caso del lupo stabilitosi nell’oasi di Castel di Guido, indipendentemente da quanto riuscirà a permanere nell’area, questo fatto testimonia l’estrema flessibilità ecologica della specie», spiega la relazione finale sul «Monitoraggio e gestione del lupo nella provincia di Roma». Lo studio, che quantifica 393 «segnalazioni di presenza ritenute affidabili», indica la presenza del lupo «in 15 – 22 Comuni del territorio provinciale (aree protette incluse)». Nonostante le segnalazioni provenienti da Roma Nord e l’Aurelia, per le conclusioni del monitoraggio è, invece, «l’area a est della Provincia di Roma quella che sembra essere maggiormente interessata dalle segnalazioni di presenza del lupo, con un sensibile aumento della superficie interessata dalle segnalazioni a indicazione di un probabile rafforzamento delle popolazioni di lupi residenti». Ma Roma deve stringere la cinghia anche sui cinghiali. Non solo con le catture selettive, ma anche con «la via del fucile», come chiede Federcaccia. E Marco Palumbo, delegato alla caccia della Città Metropolitana di Roma, annuncia di aver «dato mandato di attivare, nel più breve tempo possibile, il controllo tramite abbattimento dei cinghiali nel territorio della ex Provincia». Nella capitale «la via Cristoforo Colombo di notte è invasa anche da cinghiali», denuncia Assotutela. E nei 13 parchi laziali «si riproducono indisturbati - avverte il commissario straordinario di Bracciano-Martignano, Giuseppe Curatolo, in un appello al presidente Nicola Zingaretti - dai parchi escono per frequentare le campagne e talvolta perfino i piccoli centri urbani». E anche quelli grandi romani: in via Allievo, a Monte Mario, i residenti da mesi filmano gli esemplari che si avvicinano alla strada. Altre presenze sono già state segnalate sulla via Cassia, Trionfale, Giustiniana, Olgiata e Muricana. «Gli avvistamenti di cinghiali nella zona nord- conferma David Granieri, presidente Coldiretti Roma- stanno diventando sempre più frequenti e preoccupanti». Ma «prima di arrivare a sparare in un’area, che sia protetta o meno, densamente abitata come questa - spiega il commissario del Parco dei Castelli, Sandro Caracci - bisogna pensarci bene». Secondo il sindaco di Ariccia, Emilio Cianfanelli, «la situazione è peggiore ai Castelli. Questo è il momento critico, migliaia di scrofe hanno partorito». Cianfanelli chiede l’ausilio dei «selecontrollori per censimento e caccia di selezione». Ma il commissario Caracci ribatte: «L’uso del termine "selecotrollori" è improprio. Le persone sono state formate per aiutare il Parco nel controllo numerico. La caccia selettiva è l’ultima misura ipotizzabile».