Gambizzano l’avvocato dopo aver perso la causa

Una veranda abusiva. La conseguente condanna al pagamento di 27.000 euro e un contesto disagiato. Sono questi i miseri elementi che hanno condotto due fratelli, entrambi imprenditori, a «punire» il loro avvocato civilista, colpevole, secondo gli imputati, di aver perso la causa che li vedeva accusati di un piccolo abuso edilizio. Una situazione come tante che però ha portato i due imputati a gambizzare il legale. È accaduto a Napoli, dove, per questi fatti uno dei due fratelli è già stato condannato a scontare 5 anni di reclusione. Il parente invece sta ancora affrontando un processo penale. Il mestiere di avvocato infatti può essere molto pericoloso. I fatti di Milano costituiscono solo l’ultimo episodio, l'epilogo più drammatico di una serie di attentati ai danni dei legali italiani. Nel capoluogo campano infatti, gli imputati erano usciti di casa proprio con l'intento di ferire la vittima. E per farlo avevano scelto un luogo dove l'avvocato si sentiva al sicuro, fuori la scuola del figlio. Il legale infatti, dopo aver accompagnato il bambino, si stava allontanando, probabilmente per andare in tribunale. Ad un certo punto uno scooter, un Honda Sh, si era avvicinato al civilista. In un attimo erano stati sparati due colpi, uno dei quali aveva ferito l'avvocato alla gamba. Dopo le indagini degli inquirenti, che portarono all'arresto degli imputati, la vittima era ancora incredula: «Cosa ho fatto di male, non sono un camorrista, sono un avvocato». Persino i penalisti che adesso difendono gli imputati, Federico e Salvatore Sciullo, si sono posti un problema di ordine deontologico nel difendere assistiti che avevano preso di mira un collega. «Dopo esserci confrontati con colleghi e giudici – affermano i penalisti – abbiamo deciso di prendere l'incarico. Qualsiasi cittadino ha diritto a essere difeso. E' anche questo il dovere di un avvocato: appurare la verità dei fatti».