Addio a Ciro, in migliaia ai funerali del tifoso
Una folla si è riunita in piazza Grandi Eventi a Scampia per partecipare ai funerali di Ciro Esposito, il tifoso partenopeo morto mercoledì scorso per le ferite riportate per un colpo d'arma da fuoco sparato contro di lui il 3 maggio nel pre-partita della finale di Coppa Italia all'Olimpico. La piazza è stata "ribattezzata" stamattina piazza Ciro Esposito, come si legge su una targa di marmo con caratteri neri scolpiti. In piazza parenti, amici e istituzioni: il sindaco del capoluogo campano Luigi De Magistris, il presidente del Coni Giovanni Malagò, il presidente del Calcio Napoli Aurelio De Laurentiis e, in rappresentanza del Governo, il sottosegretario Gioacchino Alfano. La piazza che da oggi porta il suo none, Ciro, diventa uno stadio. Applausi e in coro tutti pronunciano il nome di Esposito. E da uno degli accessi alla piazza, numerosi tifosi, rappresentanti di molte squadre di calcio hanno srotolato un lungo striscione, firmato Curva A e B, con la scritta: "la Napoli ultra con un degno figlio degli ultrà. ciao Eroe". "Per favore, è il momento della preghiera. Un pò di silenzio e di raccoglimento". Così la mamma di Ciro, Antonella Leardi, poco prima dell'inizio del rito funebre. Il primo cittadino ha proclamato per la giornata di oggi il lutto cittadino. Eventi cancellati e bandiere a mezz'asta. Con l'approvazione di una delibera il Comune di Napoli ha messo a disposizione della famiglia Esposito un tomba nel cimitero di Secondigliano per la sepoltura di Ciro. C'è anche Genny'a carogna. A portare il suo saluto a Piazza Grandi Eventi anche Gennaro De Tommaso, detto "a carogna", il tifoso colpito da Daspo per quanto avvenuto nel concitato prepartita all'interno dell'Olimpico. Quella sera del 3 maggio, fece quasi passare in secondo piano l'agguato a Ciro Esposito, per una presunta trattativa con le forze dell'ordine per far disputare la gare e la maglietta «Speziale libero». Il pastore: "Basta odio e violenze". "Non siate animati da sentimenti di odio e di vendetta, fatti così tragici non devono accadere più in alcun posto in Italia" ha detto il pastore evangelico, Alfredo Ciabatti officiando i funerali di Ciro Esposito, in un appello alle tifoserie napoletana e di tutta Italia. "Allo stadio - ha aggiunto - portate bandiere, sciarpe e trombe, non coltelli, spranghe o pistole". Poi ha lanciato un appello a tutte le tifoserie italiane: "Portate bandiere e sciarpe e non coltelli e pistole allo stadio". La mamma: "Il suo sacrificio non sia vano". La donna, con voce rotta dall'emozione, ha raccontato dinanzi a migliaia di persone, quei drammatici momenti con l'auspicio «che il suo sacrificio non sia vano e possa portare pace, gioia e amore». «Grazie ragazzi a tutti e mantenete alta la bandiera dello sport, dei valori e di Ciro esposito - ha aggiunto - Credo nel Signore e prego affinchè il sacrificio di Ciro non sia vano e questa tragedia possa portare pace, amore e gioia. Il ragazzo in fin di vita era mio figlio ma non ho perso la pace. Ero convinta che mio figlio uscisse sano, ma forse non era nei piani di Dio. Ringrazio Dio per la forza che mi ha dato». Le esequie si sono concluse con l'intervento di Nino D'Angelo: «La mamma di Ciro - ha detto - ci ha insegnato a vivere». Il cantante, poi, per salutare Ciro, con la voce rotta dall'emozione, ha intonato, insieme alle migliaia di presenti, l'inno che scrisse anni fa per la squadra azzurra di cui anche Ciro era tifoso. La fidanzata: "Sotterrate la violenza". Un invito alla non violenza è stato lanciato dalla findazata di Ciro, Simona: «Sotterrate la violenza, non facciamo che accada ancora ad altri giovani - ha detto - Ciro era un ragazzo, non un ultrà. Facciamo sì che non accada più ad altri giovani». Simona ha poi letto una sua lettera al fidanzato: «Basta con la violenza perchè così Ciro lo uccidete due volte. Non è stato Dio a fare questo - ha detto - È successo a causa di coloro che non hanno Dio nel cuore». La condanna delle Istituzioni. Duro attacco è lanciato da De Magistris: «L'ordine pubblico non ha funzionato quel giorno a Roma, ora paghi anche chi non lo ha garantito». «Quella sera del 3 maggio Ciro era già morto, perchè era morto il calcio e lui lo rappresentava venendo a Roma, difendendo un pullman pieno di bambini e di famiglie». Così il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis. «Possiamo cambiare tutti per Ciro. Lo dobbiamo allo sport, ma soprattutto a Ciro - ha affermato Gioacchino Alfano, sottosegretario alla Difesa - Sono orgoglioso di questa famiglia, questo momento non è facile». La camera ardente nell'Auditorium di Scampia. La camera ardente è rimasta sempre aperta. Ininterrotto il flusso di persone che rendono omaggio alla salma: già a Napoli le delegazioni dei gruppi organizzati di Genoa, Catania e Siena, mentre nel primo pomeriggio sono attesi - tra gli altri - i sostenitori di Palermo, Ancona, Lazio e Fiorentina, questi ultimi subito solidali con i partenopei dopo l'episodio della finale di Coppa. Tra le tante sciarpe sistemate sul feretro, anche quella del Borussia Dortmund: "I tifosi tedeschi che sarebbero dovuti arrivare a Napoli hanno avuto dei problemi - spiega lo zio di Ciro - ma ci hanno chiesto di dare un segnale della loro vicinanza e ci hanno promesso che riempiranno Dortmund di manifesti per ricordare Ciro".