Incidenti in volo: dal 1908 una lunga scia di morti e disastri

L’ultimo disastro aereo del 2013 ha visto morire nove piloti e tecnici all’aeroporto di Irkutsk, in Russia. Durante l’atterraggio, alle 21.39, un Antonov della compagnia IrAvia finisce contro un arsenale zeppo di armi. L’anno era iniziato non certo benissimo, con un Bell 407 dell’americana Med Trans Corporation che si schianta a Clear Lake, nello Iowa, uccidendo il piloti e i due passeggeri a bordo. Trentuno in dodici mesi le tragedie dell’aria che hanno portato alla morte di chi conduceva i velivoli e spesso dei viaggiatori. Due giorni dopo a inabissarsi nell’Atlantico è il Britten Norman Islander che sta trasportando l’imprenditore della moda Vittorio Missoni con alcuni amici da Caracas all’isola di Los Roques. America, Africa, Asia: ogni continente ha dato il proprio tributo di sangue al trasporto aereo tranne l’Europa. Il 2013 nei paesi dell’Unione è stato l’anno più sicuro di sempre, come testimoniano i dati diffusi dall’Agenzia Europea della Sicurezza Aerea (European Aviation Safety Agency): 17 incidenti, 224 vittime ma nessun morto. Contro una media annuale di 27 incidenti e 703 vittime nell’ultimo decennio. A Fiumicino, però, si verificano tre incidenti aerei, tutti durante le concitate fasi di atterraggio. Il 2 febbraio un Atr 42 della rumena Carpatair, che sta effettuando il volo Pisa-Roma, viene sbattuto a terra da un vortice di vento e finisce fuori pista. Quattro mesi dopo fuori pista pure un Airbus 320 della Wizzair. E il 29 settembre atterraggio «sull’ala» e carrello rotto per l’A320 di Alitalia di ritorno da Madrid. Gli incidenti del resto sono iniziati (purtroppo) insieme alla storia dell’aviazione. Il primo registrato dalle statistiche è quello che il 17 settembre 1908 vede coinvolto a Fort Myer, in Virginia, un Wright Flyer III dell’aviazione statunitense durante una dimostrazione di volo. Ma ad un incidente si può sopravvivere, come accaduto ai passeggeri del Dc 9 dell’Alitalia che il 23 dicembre 1978 ammara davanti all’aeroporto palermitano di Punta Raisi. In 21 riescono a salire sulle zattere prima che il jet si inabissi con gli altri 103 passeggeri e i cinque membri dell’equipaggio. Nell’oceano (Atlantico) finisce tretuno anni dopo il volo AF 447 Rio de Janeiro-Parigi dell’Air France. Un guasto ai sensori avrebbe fatto perdere l’assetto all’Airbus, andato in stallo e poi precipitato. E c’è pure chi si schianta contro un vulcano: è il caso del Boeing 737 della guatemalteca Aviateca che il 9 agosto 1995 cozza contro il «cono» del Chichontepec, in Salvador. Muoiono in sessantacinque.