Naufragio Concordia. "Schettino mi disse: Ho fatto un guaio"

Parola ai testi nell’udienza a Grosseto per il processo sul l naufragio della nave Concordia. La prima deposizione è stata quella del primo ufficiale di coperta della nave, Giovanni Iaccarino, 30 anni, mentre è assente giustificata la moldava Domnica Cemortan - la ragazza in sala comando assieme al comandante la sera del 13 gennaio 2012 - a causa di problemi di salute del figlio. «La Concordia avrebbe dovuto effettuare la navigazione sotto costa al Giglio già la settimana prima, ma fu il maltempo a scoraggiarla» ha deposto Iaccarino - . Alla domanda del pubblico ministero se fosse stato a conoscenza della richiesta lo chef Antonello Tievoli, nativo dell'isola, l'ufficiale ha risposto: «Sì, ricordo che dovevamo farla una settimana prima, ma c'era libeccio e non ci andammo. C'era l'idea di farla ma poi modificammo la rotta». La sera della tragedia, invece, il passaggio al Giglio non era riportato nel foglio delle informazioni passate ai passeggeri: «Infatti - ha aggiunto Iaccarino - lo decidemmo dopo, poco prima di partire». La rotta che passava per il Giglio non sarebbe poi stata comunicata né alla Capitaneria né alla compagnia. «Decidemmo di passare al Giglio a mezzo miglio e che avremmo dovuto chiamare il comandante sei miglia prima di farlo. Non ho sentito alcun allarme falla». Ha riferito che Schettino disse:  «"ho fatto un guaio", o una cosa del genere. Alle 21.30 - ha aggiunto Iaccarino - non ero in servizio, ero al ponte 5, nella cabina di Simone Canessa, giocavamo alla play station. Ricordo una prima sbandata a sinistra, quindi pensai che avevano messo un timone di troppo». In un video, proiettato in aula, Iaccarino ha ripercorso con gli inquirenti i suoi movimenti la sera del naufragio: «ci fu una vibrazione pazzesca e oggetti che cadevano a terra - ha raccontato l'ufficiale mentre percorreva le varie parti della nave - andai nella plancia di comando e vidi il Gps che faceva nove nodi. Eravamo passati da sedici nodi a nove. Ho buttato lo sguardo alla carta nautica e vidi che eravamo su un fondale di 70 metri nei pressi degli scogli. Il Giglio mi sembrava piu' vicina di adesso. Ho guardato questo pannello - ha aggiunto l'ufficiale mentre nelle immagini indica uno strumento che dava l'allarme - c'erano tutte croci rosse. Tutte le luci erano rosse. Poi ho visto il comandante che si e' messo le mani ai capelli ed ha pronunciato la frase 'ho fatto un guaio'. Poi sono andato velocemente al ponte zero ed ho visto che l'acqua saliva velocemente». La proiezione del video in aula è stata criticata da un legale di parte civile perché il filmato non rappresenta l'incidente probatorio. Avvertii la plancia che il Dg1, Dg2 e i locali Pem erano allagati e l'acqua stava salendo velocemente, ma il comandante in seconda, Roberto Bosio, mi rispose con calma impressionante. In una quindicina di minuti - ha riferito - comunicai la situazione alla sala di comando. Alle 22.04 del 13 gennaio 2012, ovvero 22 minuti dopo l'urto, gli altoparlanti della Concordia comunicarono che la nave aveva solo un problema di black-out. "Gentili passeggeri - annunciò la voce fatta sentire oggi in aula - abbiamo avuto un problema al generatore. I nostri tecnici stanno lavorando e la situazione è sotto controllo. Preghiamo di mantenere la calma. La situazione sarà ripristinata appena possibile".