Fabiana ha lottato sino alla fine per salvarsi

«Fabiana aveva voglia di vivere, avrebbe voluto essere anche oggi con voi. Tutti le volevano bene, soltanto uno le ha voluto male». Dal balcone della sua casa, la mamma di Fabiana Luzzi, la sedicenne accoltellata ed uccisa dal suo fidanzato, si è rivolta agli studenti che questa mattina hanno sfilato per le vie di Corigliano per manifestato il loro dolore per la tragedia. Le scuole, in città, stamani sono rimaste chiuse. I ragazzi, quelli che conoscevano personalmente Fabiana, ma anche coloro che non l’hanno conosciuta personalmente, hanno fatto sentire il loro affetto per la famiglia della giovane vittima. «Anche lui è una povera vittima - ha detto la donna, riferendosi all'assassino 17enne, nel corso dell'incontro con l'arcivescovo di Rossano-Cariati, monsignor Santo Marcianò. «Ora - ha detto la signora Luzzi, - chiedo giustizia». S'è difesa strenuamente Fabiana Luzzi. La sua reazione emerge dal racconto dell'assassino che sabato pomeriggio è crollato dinanzi alle domande incalzanti dei carabinieri del comando provinciale e del pm di Rossano, Maria Vallefuoco, che inizialmente l’ha interrogato su delega della procura dei minori. Il procuratore Beniamino Calabrese e il suo sostituto Simona Tartaglia ieri hanno firmato un decreto di fermo nei confronti del diciassettenne per omicidio volontario aggravato. Il ragazzo, che ha indicato ai militari il luogo del dramma, ha spiegato d'essere andato a prendere Fabiana all'uscita di scuola col suo scooter venerdì' mattina poco dopo le 13.30, per chiarire l'ennesima lite legata a gelosie da adolescenti. Lei non voleva salire, ma alla fine s’è' convinta di fronte alle insistenze del ragazzo. Un gesto di buon cuore che le è costato la vita. Si sarebbero appartati in località Chiubbica di Corigliano, cominciando a discutere. Ma presto il dialogo si sarebbe acceso, coi due che si sarebbero rinfacciati delle piccole infedeltà. Il presunto omicida ha raccontato che Fabiana lo avrebbe offeso, accendendo la sua rabbia sfogata, è stato possibile ricostruire con una ispezione su quel che rimaneva del cadavere, con almeno sette coltellate inferte alla ragazza. Fabiana non era morta ma il fidanzato, ormai in stato confusionale, sarebbe salito sullo scooter lasciandola tra l'erba alta e i rovi della campagna alla periferia della cittadina vagando per un'oretta con suo scooter. In questo frangente un'amica di Fabiana l'avrebbe incontrato e lui, forse per crearsi un alibi, le avrebbe chiesto se avesse visto la quindicenne. Ma la compagna le ha risposto osservando che era andata via da scuola assieme a lui. Ormai completamente incapace di muoversi con raziocinio, il giovane, almeno così hanno ricostruito gli inquirenti, avrebbe deciso di tornare in contrada Chiubbica per chiudere definitivamente il dramma con un epilogo agghiacciante. Così, per strada, si sarebbe fermato a prendere un po' di benzina. Quando s'è trovato nuovamente di fronte a Fabiana, la ragazzina era agonizzante ma ancora viva. Questo lo ha raccontato lui stesso ai carabinieri. Intanto ieri pomeriggio è stata eseguita l'autopsia sul cadavere di Fabiana. All'esame hanno partecipato il perito nominato dalla Procura e un consulente di parte. Gli investigatori non lasciano trapelare notizie. Di certo sul suo corpo sono state inferte numerose coltellate che l’hanno raggiunta al torace e all'addome. L'autopsia effettuata ha già consentito la restituzione alla famiglia del cadavere di Fabiana per i funerali che si svolgeranno oggi alle 16.30 non più nella chiesa cittadina dei Testimoni di Geova, che è la religione della quindicenne uccisa dal fidanzato, ma nel palazzetto dello sport cittadino messo a disposizione dal Comune per consentire un’ampia partecipazione della città. Oggi, in occasione delle esequie, dichiarato il lutto cittadino.