DESIDERI PER IL 2017

Caro Babbo Natale, ecco cosa ti chiedo per i politici

Carlantonio Solimene

Caro Babbo Natale,     so che per i miracoli non sei ancora attrezzato. Quindi, tranquillo, non ti chiederò una nuova legge elettorale che coniughi rappresentatività e governabilità e che, soprattutto, metta d’accordo tutti i partiti. Né ti chiederò che cali il debito pubblico, cresca l’occupazione - quella vera, non i voucher... - e che Brunetta per un anno non litighi con nessuno. No, caro Babbo Natale, mi limiterò a desideri più modesti. Sperando che almeno qualcuno di questi si possa realizzare. Ecco, per prima cosa mi piacerebbe che Matteo Renzi e il suo Pd, nel 2017 che sta arrivando, si dedichino almeno per una volta a farsi un esame di coscienza e si chiedano cosa si è rotto nel rapporto con la loro gente dalle Europee del 2014 in poi. Eh sì, caro Babbo Natale, perché sentire Matteo Orfini che dice che il no ha trionfato al Sud perché “il Sud è fatto di tanti piccoli notabilati” mi fa sorridere amaramente. Perché di giovani che al Sud hanno votato no io ne conosco tanti, ma che io sappia non fanno parte di nessun notabilato. A meno che non ne abbiano fondato uno tutto loro, quello dei “disperati alla ricerca di prima occupazione”. Sai, Babbo Natale, talvolta il Pd mi ricorda quell’amico con cui litighi e poi, al momento di fare la pace, ti confessa: “Lo so che ho sbagliato anch’io”. Poi, però, se gli chiedi di farti un esempio, fa scena muta. Perché in fondo la sua è solo una frase fatta, in realtà è convinto di essere sempre nel giusto. Ecco, nel 2017 vorrei che per una volta il Pd si accomodasse - per davvero - dalla parte del torto. A proposito di sinistra. Caro Babbo Natale, nel 2017 vorrei che tu insegnassi ai vari Stefano Fassina, Maurizio Landini, Giuliano Pisapia, Pippo Civati e a tutti quelli si stanno facendo il loro partitino dello zero virgola, che a volte è meglio puntare sulle poche cose che uniscono piuttosto che sulle tante che dividono. Perché a furia di distinguo e rancori personali si resta sempre più soli. E quando si è soli magari si dicono cose bellissime. Ma non si ha la forza per farsi sentire. Caro Babbo Natale, un pensiero anche ai Cinque Stelle. Sì, lo so che ce l’hai con loro perché quando sfrecci con la tua slitta loro sono convinti che si tratti di scie chimiche, ma un regalo non negarglielo. Porta a Luigi Di Maio e ad Alessandro Di Battista un po’ di umiltà in più. Al primo insegna che, talvolta, un “mi dispiace, ho sbagliato” detto al momento giusto ha molta più dignità di un “non avevo capito la mail” o “io l’avevo detto” dettati dall’ufficio comunicazione. Al secondo spiega che è vero che “talvolta onestà e ingenuità vanno di pari passo”. Ma, a questo punto, forse delle scuse a qualcuno delle centinaia di politici che ha processato in piazza e che poi sono stati assolti da ogni accusa, beh, potrebbe anche farle. Caro Babbo Natale, lo so che tra poco si vota e non c’è più molto tempo. Però se nel 2017 un solo ministro di Ncd si dimettesse senza lasciare la maggioranza, magari solo per una questione di principio, sarebbe un bel segnale per chi sospetta che quel partito esista semplicemente per arraffare poltrone. Puoi fare qualcosa? Caro Babbo Natale, vorrei che ti dedicassi anche un po’ al buon Silvio Berlusconi. Vorrei che nel 2017 lo aiutassi a decidere finalmente che cosa vuole farne della sua creatura politica. Il grande “rassemblement” (come dice lui) dei moderati o la terza gamba della destra con Salvini e Meloni? Ecco, se propendesse per questa seconda ipotesi, mi piacerebbe che si decidesse una volta per tutte a liberare le giovani energie di quell’area politica, senza pretendere che a comandare sia sempre lui. Sì, hai capito bene, Babbo Natale: ti sto chiedendo di portargli in dono la pensione. Che poi, talvolta, il parere dei nonni che hanno saputo farsi da parte è quello più ascoltato. Faccia un tentativo... Ce n’è anche per la destra, Babbo... Ecco, io vorrei che tu aiutassi Matteo Salvini e Giorgia Meloni a chiedersi perché, da un anno a questa parte, stanno festeggiando per le vittorie “sovraniste” in tutto il mondo e a loro non tocca mai. Magari, penso io, perché non hanno avuto il coraggio di rompere davvero con l’establishment che dicono di combattere? Magari, penso io, perché dicono che vogliono rottamare il vecchio centrodestra ma quando Silvio chiama corrono subito ad Arcore? Ecco, io sono consapevole che fuori dalle vecchie alleanze la strada per il governo si allunga terribilmente. Ma siamo davvero convinti che questo elettorato così arrabbiato accetti ancora scorciatoie all’italiana? Ho finito, Babbo Natale. Ah, no: un’ultima cosa. Vorrei che nel 2017 per una volta Paolo Gentiloni si dimostri un premier coraggioso, decisionista, indipendente. Come dici? Come “Paolo Gentiloni chi”?. Ok, andiamo bene...