SERIE A

Ora i tifosi laziali amano Sarri ancora di più

Giù le mani da Maurizio Sarri. Ci mancava l’inchiesta della Procura Federale sulle parole pronunciate sabato sera a far aumentare l’amore dei laziali per il tecnico. Ha difeso a spada tratta la sua squadra presa a pallonate dal Napoli ma penalizzata da una arbitraggio, quello di Sozza, macchiato da evidenti errori che hanno condannato i biancocelesti oltre i loro demeriti. Sarri non ha usato giri di parole, è stato pungente, le sue accuse sono arrivate forti e chiare ai vertici arbitrali che le hanno rimandato al mittente. Incredibile, il giudizio positivo sulla direzione di Sozza è il segnale di una casta che, invece di ammettere i propri fisiologici errori, si arrocca su posizioni incomprensibili. Il gol del pari nasce da un angolo viziato dal fuorigioco di 3 metri di Osimhen e dal mezzo fallo di Kim su Luis Alberto degno almeno di uno stop per far riposizionare lo spagnolo come si è visto tante volte in altre gare. Poi il rigore negato a Lazzari, la gomitata di Mario Rui che tutti i moviolisti hanno giudicato meritevole del tiro dagli undici metri, per non parlare delle quindici ammonizioni in cinque partite. In passato il designatore si è scusato con altri club, stavolta nulla. Gli arbitri sono permalosi più delle mogli, non ammettono di essere toccati e la Lazio lo sa bene. Nella stagione 2017-2018, Champions persa dopo una vera e propria persecuzione (Giacomelli & co., il gol di Cutrone di gomito, unico mai visto in epoca Var e una serie di direzioni intimidatorie). Fare casino porta solo ritorsioni, lo dice la storia, ma i laziali amano lo stesso Sarri per quel coraggio folle di voler essere contro il sistema.