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Biglietti troppo alti, tifosi laziali infuriati

Abbonamenti ancora fermi, monta la protesta mentre sono stati venduti 27.000 tagliandi per sabato

Luigi Salomone
Luigi Salomone

Giornalista per passione, Lazio, pollo arrosto con tante patate al forno, tradizione Roma Nord Ponte Milvio, Gesù e Maria al Fleming

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I club si muovono per provare a riempire gli stadi dopo l’ok per il 75% della capienza con la prospettiva di aver il via libera definitivo come annunciato dalla sottosegretaria allo sport Valentina Vezzali: «La situazione epidemiologica insieme alle vaccinazioni ci consente di essere ottimisti, abbiamo tutti voglia di ripartire, e credo quanto prima, se tutto procede nella giusta direzione, potremo arrivare al 100%». L’obiettivo è fissato per il 7 novembre, dodicesima giornata, il giorno di Milan-Inter. Il Covid-19 ha lasciato il segno nei bilanci della serie A così come i mancati incassi al botteghino hanno ingigantito buchi paurosi per alcune società, più gestibili per altre. Proprio come la Lazio, una delle più virtuose, nonostante il -25 milioni dell’ultima semestrale, eppure, in controtendenza con quanto accadeva prima della pandemia, c’è stato un aumento esagerato dei prezzi dei biglietti. Il club di Lotito fino all’inizio del 2020 aveva prezzi molto bassi, riduzioni per gli under 16, agevolazioni per donne e anziani, insomma era quasi un modello da seguire. 
Da quando si è ripartiti però, complici anche i numeri dei possibili ingressi (prima il 50% poi il 75% da lunedì scorso), il caro prezzi è finito tutto sulle spalle dei laziali costretti a un vero salasso per seguire la squadra del cuore. Si è passati da curve e distinti venduti a 25 euro (al massimo nel derby ci si era spinti a 35 euro per il tagliando più basso), ai 41,62 euro (compresi diritti di prevendita, under 16 a 26,01 euro) per la sfida di sabato contro l’Inter di Inzaghi o per il derby vinto il 26 settembre. 
Per un posto in tribuna Tevere Top si pagherà 88,43 euro con il ridotto under 16 a 52,02 (c’è anche la Tevere laterale a 62,42 e 36,42 euro), in Monte Mario addirittura 114,44 euro e 62,44 per il ridotto. Un aumento insensato tanto più fino a quando non sarà riaperta la campagna abbonamenti. Lunedì è partita la Roma, la Fiorentina sta vendendo sette partite a 70 euro, persino il Torino di Cairo sta cercando di ripopolare il suo stadio abbassando i prezzi, invece, la Lazio fa il contrario con una strategia incomprensibile per di più con uno stadio da sempre extralarge rispetto alle presenze medie, anche nei momenti migliori l’esaurito è sempre stato un’utopia soprattutto nelle tribune. Per sabato sono stati venduti 27.000 biglietti, si arriverà con difficoltà a 40.000, resteranno posti vuoti rispetto ai 50.000 possibili. 
L’abbonamento serviva a fidelizzare i propri sostenitori e a far risparmiare almeno 5-6 partite sul costo complessivo per andare allo stadio a vedere tutte le 19 partite, aspettare ancora non ha alcuna giustificazione con tante famiglie in crisi economica, accentuata dal maledetto virus che ha cambiato le nostre vita da un anno e mezzo. Tocca al presidente Lotito fare un passo verso la sua gente, come peraltro ha spesso fatto in passato: non c’è tempo da perdere perché stavolta i laziali sono infuriati e protestano su radio e web. A ragione.

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