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Surrender, Bono Vox svela i suoi segreti nella prima autobiografia

Quando Bono riaprì gli occhi, il bassista Adam Clayton era davanti a lui sul palco ed era rimasto a fargli da scudo per tutta la strofa. Nonostante le minacce di morte, aveva cantato il testo «incriminato» di «Pride», quello in cui descrive l’omicidio di Martin Luther King. Qualche giorno prima del concerto in Arizona, alcune organizzazioni di suprematisti bianchi lo avevano preso di mira dicendogli che, se avesse cantato quelle parole, non sarebbe arrivato alla fine della canzone. Bono lo rivela nella sua autobiografia «Surrender - 40 Songs, One Story» uscita il 1° novembre.
Prima le esternazioni sul nome U2: «Nella nostra testa era un aereo-spia ma continua a non piacermi». Poi il segreto sul suo matrimonio con Alison Stewart: «Quando trovi nella stessa persona amore e amicizia sei di fronte a qualcosa di speciale». Fino alle recenti rivelazioni sul fratellastro nato da una relazione extraconiugale del padre.

Negli ultimi anni Bono ci ha fatto conoscere angoli del suo privato rimasti sempre nell’ombra. Ma non si era mai messo a nudo come fa nella sua prima autobiografia. Raccontandosi con candore e umorismo, Paul David Hewson (questo il vero nome) ci mostra le sfide che ha affrontato, gli amici, la famiglia e la fede che lo hanno sostenuto e plasmato. «Quando ho cominciato a scrivere speravo di delineare in dettaglio ciò che avevo solo abbozzato nelle mie canzoni - spiega Bono - Le persone, i posti, le possibilità della mia vita. “Surrender (Arrendersi, ndr)” è una parola piena di significato per me. Crescendo nell’Irlanda degli anni ’70 non era un concetto naturale. Si tratta di una parola che avevo solo sfiorato. Sono ancora umilmente alle prese con questo imperativo. “Surrender“ è la storia della mancanza di progresso di un pellegrino con una buona dose di divertimento lungo il percorso».

  

Bono ci accompagna attraverso i primi giorni di crescita a Dublino, inclusa l’improvvisa morte della madre Iris quando aveva solo 14 anni. «Portano me e mio fratello Norman in ospedale per dirle addio - scrive il cantante nel libro - Entro nella stanza arrabbiato con il mondo intero. Non riesco a capacitarmi che una parte di lei già non ci sia più». E ancora: «Ho pochi ricordi di mia madre. Il fatto è che dopo la sua morte in casa non si è più parlato di lei. Forse, però, la verità è peggiore. E cioè che non abbiamo più pensato a lei».

La svolta arriva nel ’76 quando legge un volantino nella bacheca del suo liceo: «Batterista cerca musicisti per formare una band». «È buffo come il nostro destino si compia casualmente - ironizza Bono - Siamo tutti stipati in quel forno che è la cucina di Larry Mullen Jr. Come facciamo a far entrare in una stanza tanto piccola la batteria, gli amplificatori e noialtri apprendisti rocker? Adam rappresentava lo spirito rock’n’roll. Se Larry ha dato vita alla band, è stato Adam a credere che la band potesse darci una vita».

Il sottotitolo dell’autobiografia («40 Songs, One Story») si riferisce ai suoi 40 capitoli, ognuno dei quali prende il nome da una canzone degli U2. «Mi manca stare sul palco e la vicinanza del pubblico - ha detto parlando del tour che accompagnerà l’uscita del libro - In questi spettacoli ho alcune storie da cantare e canzoni da raccontare. Voglio divertirmi presentando il mio ME-moir che è davvero più un WE-moir se penso a tutte le persone che mi hanno aiutato ad arrivare fin qui».