lo stato c’è

Roma capitale degli okkupanti. Nel mirino del Viminale 27 immobili ostaggio di centri sociali e movimenti

Dario Martini

Lo scorso agosto il Leoncavallo. Ieri l’Askatasuna. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha parlato di «segnale chiaro dallo Stato», perché nel nostro Paese «non ci deve essere spazio per la violenza». I due centri sociali di Milano e Torino non sono di certo gli unici ad aver occupato abusivamente immobili per anni. A Roma ci sono almeno 27 edifici, sia pubblici che privati, che si trovano nella stessa situazione. La lista, che Il Tempo pubblica a corredo di questo articolo, mostra come sia un fenomeno che affonda le radici nel tempo. Alcuni sono stati occupati addirittura all’inizio degli anni 2000. Il titolare del Viminale ha già chiarito più volte che prima o poi lo sgombero arriverà per tutti. L’ultimo vero “censimento” pubblico risale al 2022, anche se le singole realtà vengono monitorate e aggiornate continuamente.

 

 

I due casi più eclatanti sono senza dubbio lo Spin Time in via Santa Croce in Gerusalemme e CasaPound in via Napoleone III. Uno emblema dei movimenti per la casa di estrema sinistra, l’altro “regno” degli attivisti di estrema destra. Nei mesi scorsi Piantedosi ha firmato la richiesta inviata al Comune e alla Prefettura di Roma per verificare la presenza di occupanti in entrambi gli stabili. È il primo passo, tecnico ma essenziale, verso un eventuale sgombero. Insomma, l’iter di fatto è partito. Il caso dello Spin Time era assurto agli onori della cronaca nel maggio del 2019 quando l’elemosiniere del Papa, il cardinale Konrad Krajewski, riattivò la corrente elettrica che era stata staccata per morosità, restituendo e pagando la luce agli occupanti. Non è un mistero che non siano mai mancate le coperture politiche. Due anni dopo, nel 2021, l’immobile di via Santa Croce in Gerusalemme ha ospitato le primarie del centrosinistra per Roma. A fare gli onori di casa lo storico leader di Action, Andrea Alzetta, detto «Tarzan». In quell’occasione Roberto Gualtieri sfidò in dibattito gli altri aspiranti sindaci: Imma Battaglia, Giovanni Caudo, Paolo Ciani, Stefano Fassina, Cristina Grancio e Tobia Zevi.

 

 

Per quanto riguarda l’immobile di CasaPound, di proprietà del Demanio, il danno erariale stimato dalla Corte dei conti sarebbe di oltre 4 milioni. Emblematico anche il caso di Corso d’Italia, ex sede Inpdap a Porta Pia, occupato nel 2007. Sono passati diciotto anni, nonostante un sequestro preventivo nel 2017 e numerosi annunci di sgombero. Al suo interno vivrebbero più di cento persone. I privati non sono risparmiati. La clinica Valle Fiorita in via Torrevecchia è stata occupata per un decennio, quando nel 2022 le forze dell’ordine hanno eseguito lo sgombero. Stessa storia anche per l’ex residence di viale delle Province, liberato lo stesso anno. In entrambi i casi i proprietari hanno dovuto rinunciare ad anni e anni di mancati canoni. Alla fine in molti di questi casi la magistratura ha condannato lo Stato a risarcire i proprietari per decine di milioni di euro. A luglio il Comune di Roma ha approvato una delibera per l’acquisizione dell’immobile in via Calpurnio Bibulo, che dovrebbe essere trasformato in edilizia residenziale pubblica. Come è accaduto anche per l’ex salumificio Fiorucci in via Prenestina, occupato nel 2009 e ribattezzato Metropoliz. Questo per quanto riguarda gli immobili ostaggio di movimenti e centri sociali. Ma non va dimenticato che nella Capitale ci sarebbero circa settemila case popolari occupate per un totale di dodicimila abusivi che tolgono un alloggio regolare a circa diecimila famiglie.