in caso di attacco
L'Italia non ha un bunker per capo dello Stato e alte cariche in caso di attacco
Nessun bunker in caso di attacco per Sergio Mattarella, nessuna ultima difesa per il Presidente della Repubblica. A raccontarlo è Il Corriere della Sera che ha segnalato sulle sue pagine la situazione attuale delle strutture di sicurezza italiane. Al momento infatti la prima carica dello Stato non avrebbe a sua disposizione un apposito luogo sicuro dove rifugiarsi in caso di attacco militare o nucleare. I vecchi bunker anti-atomici, costruiti durante la Guerra Fredda per proteggere le più alte cariche della Repubblica in caso di attacco dell’Unione Sovietica, sono stati dismessi e oggi a piangerne le conseguenze potrebbe essere il solo Capo dello Stato.
Insomma Mentre Mattarella rimane senza difese, l’unica figura istituzionale per cui è previsto un rifugio dedicato è il presidente del Consiglio. In caso di emergenza, il premier Giorgia Meloni andrebbe a Forte Braschi, sede dei servizi segreti. Anche il ministro dell’Interno e quello della Difesa hanno alloggi blindati ma il problema comunque resta.
Un piano, quello delle strutture di emergenza, che è rimasto alla fine della Guerra Fredda. La principale struttura di emergenza a suo tempo era il Monte Soratte: l’immenso bunker realizzato nel 1937 e adattato dopo la fine del secondo conflitto mondiale a rifugio anti-atomico sotto il controllo della Nato, oggi è nelle mani di un’associazione per visite guidate e non più utilizzabile.
L’unico rifugio ancora operativo è il DC 75, situato a Montelibretti, sede della Scuola di formazione operativa dei Vigili del fuoco. Complesso antisismico in cemento armato è stato progettato per resistere a ordigni di grande potenza e oggi ospita la sala operativa del Viminale, nonché infrastrutture tecnologiche per la gestione da remote delle emergenze. Nonostante le sue capacità però è troppo lontano dalla Capitale.
Il ministro della Difesa Guido Crosetto, su alcune dichiarazioni che gli sono state attribuite a riguardo, fa sapere che "non ha rilasciato alcuna dichiarazione né alcun commento" e che "le frasi riportate tra virgolette sono affermazioni espresse in passato dal ministro in diversi contesti pubblici, comprese le Camere, nelle quali ha sottolineato come, purtroppo, il compito del ministro della Difesa sia quello di prepararsi anche agli scenari peggiori. In nessuna occasione si è mai fatto riferimento a una o altra alta carica dello Stato. In più occasioni il ministro ha inoltre evidenziato l'assurdità di applicare alla Difesa, in tempi complessi, le stesse regole burocratiche e tempistiche previste per settori non strategici o non rilevanti", si legge in una nota il ministero della Difesa, in riferimento all'articolo pubblicato sul Corriere della Sera.