Flotilla più vicina a Gaza E in Italia si alza il livello di allerta su porti, stazioni e cortei lampo
Proteste, manifestazioni, occupazioni e blocchi. A meno di due giorni dall’arrivo a Gaza, la tensione causata dalla missione portata avanti dalla Global Sumud Flotilla è sempre più alta. Chi sostiene da terra i naviganti, infatti, minaccia azioni contro il probabile blocco di Israele, accusando il governo di complicità. La diplomazia lavora attivamente per evitare problemi. I precedenti, infatti, non sono confortanti. Quindici anni fa, quando un’altra Flotilla, Mavi Marmara, tentò di forzare il blocco per entrare a Gaza, morirono 10 militanti turchi. Ma l’attuale convoglio pare non sia intenzionato a cedere. Il deputato Pd Arturo Scotto, imbarcato appunto sulla Global Sumud Flotilla, ha spiegato ieri: «La nostra è una missione non violenta. Come regola d'ingaggio, all'alt ci fermeremo. Non abbiamo intenzione di alimentare reazioni belligeranti». Ma il fronte interno si prepara a tutto. Scuole e università occupate, porti bloccati, cortei e sit-in davanti ai ministeri. I portuali hanno già mostrato la capacità di fermare navi militari, i collettivi studenteschi promettono di occupare a oltranza.
Oltre alla già prevista manifestazione del 4 ottobre e lo sciopero del settore ferroviario che inizierà alle ore 21 di giovedì 2 ottobre e andrà avanti fino alle 20:59 di venerdì 3, infatti, il destino della Flotilla ha già scatenato il mondo antagonista e gli studenti. A Roma il liceo Cavour è stato occupato ieri dall’Opposizione studentesca d’alternativa. Una miccia che corre da Nord a Sud. A Torino i licei sono entrati in stato di agitazione con lo slogan “Blocchiamo tutto”. Occupazioni, cortei interni, striscioni e assemblee hanno segnato la giornata. Gli universitari del collettivo Cambiare Rotta hanno convocato nuove assemblee per organizzare «l’equipaggio di terra studentesco per difendere la Flotilla e rompere con Israele». E nella capitale l’università Sapienza è già un fronte caldo. Gli studenti hanno annunciato per oggi un corteo alle 15: «Mentre la Global Sumud Flotilla si avvicina coraggiosamente alle coste di Gaza smascherando la complicità del governo Meloni, scuole e università si preparano a bloccare tutto. Basta complicità con Israele», scrivono i collettivi. A Bologna il presidio permanente in Piazza Maggiore, con tende e bandiere, va avanti da giorni. Non mancano le azioni dimostrative radicali. Ieri nel quartiere Garbatella, a Roma, il ‘Comitato solidale e resistente’ ha messo in scena un’azione di guerra: sirene antiaeree, lancio di volantini e un messaggio agghiacciante, “la tua casa sarà bombardata tra 10 minuti”, per denunciare ciò che accade nella Striscia.
La partita, però, non si gioca solo nelle scuole e nelle piazze. I portuali sono pronti a passare dalle parole ai fatti. A Genova hanno già annunciato: «Se le imbarcazioni verranno fermate, non faremo uscire neanche un chiodo dal porto». Una minaccia chiara che si accompagna al coordinamento con i colleghi di Spagna, Francia, Grecia, Cipro, Marocco e Germania per trasformare lo sciopero in un boicottaggio europeo. A Venezia i centri sociali del Nord-Est, spalleggiati da Adl Cobas, promettono di bloccare il porto: «Trasformeremo lo sdegno in azione diretta, la solidarietà in disobbedienza». La linea è quella già tracciata a Genova, con un possibile effetto domino su altri scali strategici.
In tutto questo, il convoglio verso Gaza non si ferma e la fregata Alpino, inviata dal governo italiano per offrire assistenza in acque internazionali, ieri ha fatto sapere che lancerà un avviso tra le 100 e le 120 miglia dalla costa, segnalando la fine dell’accompagnamento e l’inizio della zona a rischio. Nel frattempo, le navi hanno già avuto i primi guai tecnici. La Johnny M ha imbarcato acqua ed è stata soccorsa dalla Turchia, con gli attivisti evacuati e redistribuiti. Ma la missione va avanti, come ha confermato Tony Lapiccirella: «Ci troviamo a 300 miglia dalla Striscia, tra 2 giorni saremo nella zona di intercettazione e fra 3 a Gaza. L’unico pericolo è la violenza israeliana».