l'addio al papa

Papa Francesco, l'abbraccio di Roma al suo vescovo: il racconto della giornata

Il giorno dell'ultimo saluto a Papa Francesco. Sabato mattina, in Piazza San Pietro, si sono tenuti i funerali del Pontefice argentino. Circa 250mila i fedeli partecipato alle esequie, 5000 i concelebranti tra questi oltre 200 cardinali. A presiedere il rito il Decano del Collegio Cardinalizio, cardinale Giovanni Battista Re, che nella sua omelia ha ripercorso i 12 anni del magistero di Bergoglio. Ultimi e migranti, i continui appelli per la pace e l'attenzione a portare speranza. "Nonostante la sua finale fragilità e sofferenza, Papa Francesco ha scelto di percorrere questa via di donazione fino all'ultimo giorno della sua vita terrena. Egli ha seguito le orme del suo Signore, il buon Pastore, che ha amato le sue pecore fino a dare per loro la sua stessa vita", ha ricordato Re sottolineando che tutti hanno negli occhi l'ultima immagine di Papa Francesco che, a bordo della Papamobile, nella Domenica di Pasqua ha dato il suo addio con un lungo giro tra Piazza San Pietro e via della Conciliazione.

 

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"Nonostante i gravi problemi di salute - ha detto il porporato -, ha voluto impartirci la benedizione dal balcone della Basilica di San Pietro e poi è sceso in questa piazza per salutare dalla papamobile scoperta tutta la grande folla convenuta per la Messa di Pasqua. Con la nostra preghiera vogliamo ora affidare l'anima dell'amato Pontefice a Dio, perché Gli conceda l'eterna felicità nell'orizzonte luminoso e glorioso del suo immenso amore". Nel rivivere il viaggio del Pontificato, Re è partito dalla sera dell'elezione quando l'allora cardinale Bergoglio stupì tutti decidendo di chiamarsi Francesco. In un nome "il programma" della sua azione. Un'azione rivolta agli ultimi. Il filo conduttore della missione di Papa Francesco "è stata anche la convinzione che la Chiesa è una casa per tutti - ha rimarcato Re - una casa dalle porte sempre aperte. Ha più volte fatto ricorso all'immagine della Chiesa come 'ospedale da campo' dopo una battaglia in cui vi sono stati molti feriti; una Chiesa desiderosa di prendersi cura con determinazione dei problemi delle persone e dei grandi affanni che lacerano il mondo contemporaneo; una Chiesa capace di chinarsi su ogni uomo, al di là di ogni credo o condizione, curandone le ferite. Innumerevoli sono i suoi gesti e le sue esortazioni in favore dei rifugiati e dei profughi".

 

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Su questo punto due i segnali fortissimi: il viaggio a Lampedusa e la messa celebrata al confine tra Usa e Messico. Poveri, ultimi, detenuti, ma non solo. Il cardinale Re non ha mancato di ricordare l'impegno di Papa Francesco per l'ambiente e la cura del Creato. Sul finire della Messa, una suggestione con un alito di vento che ha sfogliato il Vangelo posto sulla bara del Pontefice. Un'immagine che ha richiamato quanto successo ai funerali di San Giovanni Paolo II 20 anni fa. Dopo le esequie il corteo funebre verso la Basilica di Santa Maria Maggiore. Un congedo a passo d'uomo seguito lungo le vie di Roma da circa 150mila fedeli. Poi, dopo l'arrivo in Basilica, la sosta del feretro davanti all'icona della Salus Populi Romani (una copia era presente anche in Piazza) e la tumulazione in forma privata. Un rito durato circa 30 minuti e compiuto alla presenza, tra gli altri, dei familiari. Si è chiuso così il Pontificato del Papa arrivato "quasi dalla fine del mondo" che con i suoi gesti, il suo linguaggio e le sue azioni ha scritto pagine di storia.

 

Domani, domenica, si terrà il secondo dei Novendiali, con la messa del cardinale Pietro Parolin, e nel pomeriggio l'omaggio dei porporati alla tomba del Pontefice. Da lunedì riprenderanno le congregazioni dei cardinali e si entrerà ufficialmente in clima conclave. A tal proposito l'arcivescovo di Monaco, il tedesco Reinhard Marx, si è detto convinto che l'elezione del nuovo Papa non sarà lunga e che i giochi sono aperti. " Il prossimo Papa italiano? È tutto aperto - ha detto il porportato in un incontro con i giornalisti -. Non è una questione di lingua, Paese o cultura. Non è questione che sia conservatore o progressista. È una questione di credibilità e di dialogo. Deve aver chiara l'importanza del Vangelo in tutto il mondo. Deve avere una visione universale" come Francesco che "dava questi impulsi e il nuovo Papa dovrebbe essere in questo solco di credibilità. Deve sapere comunicare con la gente. È una questione di guardare il Vangelo".