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Garlasco, "Sempio ha parlato con Chiara?". La criminologa Anna Vagli e il giallo delle telefonate
Potrebbero essere giorni decisivi per il caso di Chiara Poggi e il delitto di Garlasco. O forse no. Sentendo infatti il parere della criminologa e analisti comportamentale, Anna Vagli, l’esame del DNA di Andrea Sempio – qualora fosse dimostrato sia il suo quello ritrovato sotto le unghie della vittima – potrebbe non essere sufficiente per stabilire la verità sull’omicidio della giovane di Vigevano. “Il DNA è come il codice fiscale, ognuno ha il suo, è il nostro marchio di fabbrica. Ma può bastare veramente il DNA eventualmente sotto le unghie di Andrea Sempio per identificarlo come l'assassino di Chiara Poggi?”: se lo chiede l’esperta in una sua video intervista al Quotidiano Nazionale e, nonostante l’estrema importanza delle tracce genetiche – da sole – non potrebbero bastare ai fini processuali.
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“Nell'ipotesi in cui il DNA rinvenuto sotto le unghie di Chiara Poggi sarà attribuibile ad Andrea Sempio – spiega Vagli – dovrà essere circostanziato e cioè stabilire con certezza che è stato rilasciato nel corso dell'azione omicidiaria”. Nessuna certezza quindi che possa essere riscritta la storia processuale del delitto di Garlasco nel caso in cui il DNA ritrovato venga davvero attribuito a Sempio.
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Criminologa che ha poi ricordato l’ennesimo punto oscuro della vicenda. Una serie di telefonate sospette, arrivate al numero fisso di Chiara Poggi il 4, 7 e 8 agosto del 2007: “Perché strane? Perché quella del 7 e quella dell'8 agosto sarebbero state compiute quando Marco Poggi, l'amico di Andrea Sempio, era già in vacanza in Trentino con i genitori di Chiara. Con chi ha parlato Andrea Sempio? Le telefonate sono state brevissime, manciate di secondi”. “Ha parlato con Chiara? – si chiede infine la criminologa – Non lo sappiamo ancora. Sappiamo solo che Chiara in quel periodo non era andata con i genitori in Trentino proprio per stare vicino al fidanzato Alberto Stasi, che stava preparando la tesi per laurearsi in Bocconi”.