storia giudiziaria

Ilaria Salis, cosa spunta dal passato militante: "Condanna irrevocabile"

Una militanza che le ha portato denunce, segnalazioni, e anche una condanna, seppur senza menzione nel casellario giudiziario. Il Corriere della sera ripercorre la parabola da attivista di Ilaria Salis, l'insegnante 39enne detenuta in attesa di giudizio in Ungheria con l'accusa di aver partecipato alla spedizione punitiva contro due militanti neonazisti. Rischia fino a 24 anni di carcere. La donna negli anni è stata raggiunta da denunce o identificazioni "da parte delle forze dell’ordine" per manifestazioni e occupazioni, "che però non corrispondono ad altrettante condanne, tanto meno a sentenze definitive". Ebbene, agli atti "risulta una prima condanna irrevocabile per fatti del maggio 2015 a Milano, relativi al reato di «accensioni ed esplosioni pericolose in concorso»". Riguarda l'accensione di petardi oltre il perimetro di San Vittore di notte. Un reato "punito con una contravvenzione e la non menzione degli atti nel casellario giudiziale", si legge nella ricostruzione.

 

In altre occasioni Salis è stata accusata di  resistenza a pubblico ufficiale o invasione di edifici fra Torino e la Lombardia, mentre a dicembre 2023 "è stata assolta dal Tribunale di Monza dalle accuse di danneggiamento e violenza privata per l’assalto a un gazebo della Lega avvenuto sei anni prima". Si tratta della vicenda citata anche da Matteo Salvini. Da un anno per l'ex militante anarchica si è aperta la battaglia giudiziaria più difficile nelle condizioni di detenzione che sono state denunciate. Il governo è al lavoro per farle scontare i domiciliari nell'ambasciata italiana a Budapest, poi in Italia. Ma sarà una battaglia complicata.