Chi l'ha visto

Chi l'ha visto, il finto suicida Adamo Guerra rischia grosso: gli obblighi violati

Una storia surreale con delle ripercussioni concrete. Adamo Guerra è senza dubbio l'uomo più chiacchierato degli ultimi giorni. Per chi non avesse seguito la vicenda, si tratta del cittadino di Imola che, dopo aver simulato il suicidio dieci anni fa e aver fatto credere ai suoi familiari di essere morto, con tanto di lettera strappalacrime, è stato ritrovato a Patrasso, in Grecia. La storia è stata seguita da Chi l'ha visto, il programma condotto da Federica Sciarelli che si occupa di investigare sulle persone scomparse. Cosa rischia ora Guerra? 

 

 

Il procuratore di Ravenna Daniele Barberini ha dichiarato che non c’è alcun fascicolo d’indagine aperto a suo nome. Il reato di procurato allarme, che si potrebbe configurare nei confronti di chi finge il suicidio, va in prescrizione dopo quattro anni. Per un’inchiesta penale si potrebbero aprire profili di competenza territoriale, visto che l’auto è stata abbandonata ad Ancona e le lettere inviate ai parenti prima di sparire l'uomo le ha scritte a Ravenna. Tuttavia, è il Corriere della Sera a fare luce sulla questione, Altri reati potrebbero venire contestati. Guerra, ex coniuge e padre, deve rispondere ai doveri di mantenimento. Parliamo infatti di violazione degli obblighi di assistenza familiare, che sono sanzionati penalmente dagli articoli 570 e 570 bis e che valgono fino a quando i figli non sono maggiorenni. 

 

 

Le ragazze, che al tempo erano minorenni, potrebbero anche chiedere, oltre ai danni economici, quelli morali. Discorso simile per la ex moglie di Guerra, Raffaella. La donna è stata costretta a crescere le figlie da sola. Enrico Al Mureden, professore ordinario di Diritto civile all’Università di Bologna, ha spiegato oggi al Quotidiano Nazionale che "chi sparisce nel nulla in presenza di figli minori viene senz’altro meno al dovere di mantenimento della prole". Ma non basta: "Sparendo nel nulla ha privato le figlie del rapporto genitoriale. La giurisprudenza in questi casi riconosce il diritto del figlio a essere risarcito anche per un danno non patrimoniale", ha aggiunto.