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Festival Puccini, Veronesi: purghe staliniane. Verso la resa dei conti alla Bohème

Christian Campigli

La convulsione o il singhiozzo che sopravvengono dopo una purga eccessiva, sono cattivo segno. Una massima, quella di Ippocrate, che calza a pennello con la surreale vicenda creatasi attorno al Festival Puccini. Il maestro Alberto Veronesi, dopo essere stato defenestrato, non ha infatti alcuna intenzione di darsi per vinto. Anzi, punta il dito e va dritto al cuore del problema: la politica di sinistra che, in Toscana, pensa da sempre di potere fare e disfare, determinare e disporre.

 

"Il Festival Puccini ha convocato una prova straordinaria, impiegando soldi e risorse dello Stato – configurando tra l’altro anche un consistente danno erariale – per far fare a coro, orchestra, banda, cantanti e comparse, una prova straordinaria il 28 luglio onde poter realizzare quella che si configura come una vera e propria purga staliniana”. Il maestro, in una lunga intervista riportata dal portale Lucca in diretta, ne ha davvero per tutti.

 

"Si prende atto che il Festival Puccini, a fronte di un regista che ha annunciato e realizzato una regia ‘politica’, e che si è presentato al pubblico, tra i fischi, con il pugno chiuso alzato, ha licenziato, in sua vece, il direttore d’orchestra, che aveva osato dissociarsi in maniera silente da una ‘regia-comizio’, con una benda sugli occhi – prosegue Veronesi -. Da qui la necessità di una prova plenaria aggiuntiva per il nuovo direttore d’orchestra sostituto. Si è inaugurato a Torre del Lago un modello di gestione teatrale schierato e intransigente, sul modello della politica culturale di Andrei Zdanov, storico censore della politica culturale sovietica. Rimango fermamente convinto delle mie azioni e condanno duramente la deriva ideologica e intransigente presa dalla Fondazione Festival Puccini, sicuro che l’arroganza della Fondazione dimostrata in questo episodio non mancherà di essere sanzionata nelle sedi opportune”.

Pronta la replica della Fondazione che gestisce il Festival Puccini. "La prova fissata con il cast de la Bohème che torna in scena il 29 luglio sotto la direzione del maestro Manlio Benzi non comporterà per la Fondazione alcun costo, essendo tutto il personale e gli artisti coinvolti già in forza alla Fondazione. Le prove di assestamento alla vigilia di una recita sono opportunamente previste quando questa è temporalmente distante da quella precedente e ciò soprattutto quando ci si trovi costretti a dover sostituire il direttore. La Fondazione diffida il maestro Veronesi dal divulgare notizie prive di fondamento e lesive dell’immagine della Fondazione e del Festival Puccini".

 

Una querelle che pare essere solo all'inizio. Uno scontro che, il 29 luglio, potrebbe persino degenerare. Perché Alberto Veronesi ha annunciato che si presenterà per dirigere il prossimo concerto. Che succederà? Gli verrà impedito di farlo  fisicamente? Tra mille dubbi, un'unica, grande certezza: il Festival Puccini non ha mai avuto nella sua storia un simile risalto mediatico.