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Zelensky, le condizioni per la pace. "Ringrazio il Papa ma non servono mediatori"

Francesca Musacchio

Un ringraziamento all’Italia che ha fornito aiuti senza i quali «ci sarebbero state più vittime». «Ringrazio il governo italiano, ringrazio anche Giorgia (Meloni, ndr). Con i sistemi di difesa anti-aerea possiamo combattere meglio». Poi si rivolge direttamente agli italiani: «Immaginiamo che Putin arrivi nei Paesi della Nato. Allora dovrete mandare i vostri cittadini, i vostri padri ed i vostri figli a fare questa guerra perché siete membri dell’Alleanza. Sono pragmatico, ma la vostra società deve capire che è meglio aiutare l'Ucraina che mandare poi i propri cittadini a combattere».

È uno dei passaggi dell’intervista che Volodymyr Zelensky, al termine della giornata di incontri istituzionali a Roma, ha rilasciato a «Porta a Porta», durante lo speciale condotto da Bruno Vespa andato in onda ieri pomeriggio dal Vittoriano. Il presidente ucraino è stato accolto nel Sommoportico del monumento, con alle spalle la Capitale a fare da sfondo. Insieme a Vespa, il direttore del Tg1 Monica Maggioni, del Tg La7 Enrico Mentana, di SkyTg24 Giuseppe De Bellis, di Repubblica Maurizio Molinari, del Sole 24 Ore Fabio Tamburini, l'editorialista del Corriere della Sera Ferruccio de Bortoli e il conduttore Mediaset Nicola Porro Zelensky ha risposto alle domande, anche quelle relative alla condizione di Putin, tema sul quale i media occidentali si interrogano dall’inizio della guerra in Ucraina.

A proposito della possibilità che lo zar possa utilizzare le armi nucleari, Zelensky è netto: «Credo che Putin non utilizzerà le armi nucleari, però nessuno può sapere cosa ha nella testa. Quello che so è che se decidesse di utilizzarle, il giorno dopo non sarebbe più vivo». E aggiunge: «Sebbene penso che abbia perso la connessione con la realtà, mi sembra che abbia tanta voglia di vivere» come dimostrano «le misure adottate contro il Covid, per non ammalarsi». Il percorso per la pace, però, appare ancora difficile da intraprendere. Zelensky vede una sola via d’uscita: «Ci sarà una controffensiva e respingeremo i russi - ha detto - in questo modo il sostegno interno si indebolirà e lui cercherà altri passi, noi siamo motivati e lo saremo ancora di più e organizzeremo un summit per la nostra formula di pace». Ma il dialogo tra il presidente russo e quello ucraino rimane un’ipotesi al momento impraticabile. Zelensky bolla la possibilità come non fattibile: «Non sono disposto a parlare con Putin».

Quindi, l’unica via d’uscita rimane la controffensiva con un preciso obiettivo: «Quando saremo al confine con la Crimea, il sostegno a Putin all'interno della Russia diminuirà e lui dovrà trovare una via d'uscita. Manca poco». Poi una posizione che in parte contraddice il suo precedente incontro in Vaticano con Papa Francesco. Zelensky sostiene che all’Ucraina «non servono mediatori, ma un piano di azioni per una pace giusta». E aggiunge: «Con tutto il rispetto per il Papa, la questione è che non abbiamo bisogno di mediatori fra l'Ucraina e l'aggressore che ha occupato i nostri territori, noi dobbiamo fare e scrivere un piano di azione per una pace giusta in Ucraina. Ho invitato il Papa come uno dei leader per lavorare alla formula della pace - ha detto ancora - Ma non possiamo invitare la Russia che bloccherebbe tutto». Zelensky poi nega il coinvolgimento di Kiev nella vicenda dei droni sul Cremlino e si dice fiducioso sul fatto che la Cina non fornirà armi a Mosca.