alta tensione

Anarchici a Roma, il presidio davanti al ministero della Giustizia fa salire la tensione

Christian Campigli

Un pomeriggio di tensione. Una manifestazione che rischia di trasformarsi nell'ennesimo scontro con le forze dell'ordine. Un'emergenza, quella sugli antagonisti, che sta assumendo contorni preoccupanti. Questo pomeriggio, alle 17 circa, vi sarà un nuovo presidio degli anarchici davanti al Ministero della Giustizia, a Roma. “Al fianco di Alfredo Cospito, contro ergastolo ostativo e 41 bis - Da oltre cento giorni - si legge nel volantino che preannuncia l'iniziativa - Alfredo protrae lo sciopero della fame, prosegue la sua lotta fino alle estreme conseguenze. In ogni caso uscirà dalla tomba per vivi dove cercano di seppellirlo. Portiamo ancora una volta in strada la sua voce e la nostra solidarietà. Il Ministro Nordio è il responsabile delle condizioni di salute di Alfredo e del rimpallo sulla decisione sulla sua vita o sulla sua morte”.

 

 

 

Uno scontro, quello tra antagonisti e lo Stato, che ieri ha vissuto un altro momento di confronto e di polemica. Il Tribunale di Pisa ha infatti deciso di condannare a pene di 1 anno e 8 mesi e 1 anno e 10 mesi nove persone per resistenza e violenza a pubblico ufficiale, con l’aggravante di essere in concorso tra loro. Era il 23 febbraio del 2018 e Matteo Salvini si preparava a tenere un comizio nella città toscana in appoggio del candidato sindaco, Michele Conti. Gli anarchici, al grido di “Pisa non si Lega”, avevano la pretesa di togliere il diritto di parola al leader del Carroccio. Vi furono scontri, violenti tafferugli e alcuni arresti. "Gli anarchici cercano da anni di sovvertire la legge con la loro prepotenza - afferma l'eurodeputata del Carroccio, Susanna Ceccardi - Quando avevo vent'anni sono stata aggredita durante volantinaggi e gazebo della Lega ma gli esponenti dei centri sociali sono rimasti impuniti. Nel 2018 ero presente alla manifestazione alla quale partecipò Matteo Salvini e che i centri sociali volevano impedire. Fortunatamente i più violenti furono identificati grazie all’intervento delle forze dell’ordine e oggi la Giustizia ha fatto il proprio corso condannandoli. Il loro slogan era “Pisa non si Lega”: invece di lì a pochi mesi vinse il sindaco della Lega e oggi governiamo il Paese con il centrodestra. Questi facinorosi volevano ostacolare la democrazia ma la democrazia ha vinto e loro andranno in galera".