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“Variante Cerberus al 15%, monoclonali inefficaci”. Ritorna l’emergenza Covid

In un mondo dominato da Omicron, continuano a ridefinirsi le ‘relazioni di famiglia’ fra le varie sottovarianti di questo ceppo di Sars-CoV-2. Cresce il peso di BQ.1, il sottolignaggio sotto i riflettori in Europa perché dato come dominante tra metà novembre e inizio dicembre: al 25 ottobre il ramo al quale appartiene BQ.1.1, battezzata Cerberus sui social (quindi BQ.1 e i suoi discendenti), è stato segnalato in 65 Paesi del pianeta (8.077 sequenze). L’altra sottovariante su cui è stato acceso un faro dall’Organizzazione mondiale della sanità - XBB e XBB.1 - è stata segnalata da 35 Paesi (1.453 sequenze). E ‘casa Omicron’ diventa sempre più affollata, perché - analizza l’Oms nel suo aggiornamento settimanale su Covid - Sars-CoV-2 continua a mutare, «la diversificazione genetica continua e ha dato origine a 390 lignaggi discendenti, così come a 48 identificati come ricombinanti». Quindi i ‘figli’ di Omicron sono aumentati ancora nel giro di poche settimane, e salgono a quota 400. 

 

 

BQ.1 è una sottovariante di BA.5 con mutazioni aggiuntive sulla proteina Spike, e la discendente Cerberus (BQ.1.1) ne ha addirittura un’altra in più. Un fattore che spaventa Massimo Andreoni, primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit): “Stiamo viaggiando a un milione di casi Covid al mese, troppi. Ma soprattutto si stima che la variante ribattezzata Cerberus sia già arrivata in Italia al 10-15%. Sappiamo che ha una evasione immunitaria che preoccupa e i monoclonali non sono efficaci. Per i prossimi mesi non è un buon segnale, speriamo non ci dia problemi”.