guerra e polemiche

L'aria che tira, Nicolai Lilin spiazza tutti: i russi stanno con Putin ma gli ucraini... Succede di tutto

Nelle analisi e nelle speculazioni sulla guerra in Ucraina si fa strada la teoria che vuole il presidente russo Vladimir Putin sull'orlo del baratro, un uomo che ha perso il consenso interno dopo la mobilitazione militare che manderà una numero indefinito di connazionali a combattere al fronte. A offrire un'interpretazione diversa dei segnali che arrivano da Mosca è lo scrittore Nicolai Lilin, intervenuto martedì 11 ottobre a L'Aria che tira, il talk show condotto da Myrta Merlino su La7.

 

Lo scrittore italiano nato in Moldavia ai tempi dell'Urss e biografo di Putin ha commentato da una parte le immagini delle file di auto in figa dalla Russia per evitare la leva, dall'altra le pressioni interne al Cremlino sullo Zar con le voci di rivolta nei piani alti dello Stato Maggiore soprattutto contro il ministro della Difesa, Shoigu. Per Lilin le cose non stanno proprio così. Prima respinge l'etichetta di "signori della guerra" per il ceceno Ramzan Kadyrov e le brigate Wagner, ma parla di "falchi" che spingono per una guerra sempre più dura. "Il popolo russo sente molto questa guerra, per loro è una guerra contro il nazismo, e teme la Nato. Ci sono state molte fughe, ma su 25 milioni di riservisti ne sono scappati 300mila. Il resto della Russia è attorno a Putin, quindi non cadrà", e affermarlo "è una fantasticheria".

 

L'unica via per uscire da una situazione che ha conseguenze nefaste anche per l'Occidente, ammonisce Lilin, è "cercare la via diplomatica, finirla con la guerra e i morti. Il popolo ucraino soffre massacrato dal 2014. Non tutti gli ucraini stanno dietro Volodymyr Zelensky" argomenta lo scrittore che provoca la reazione sdegnata di Goffredo Buccini, del Corriere della sera: "Ma se nei referendum del Donbass hanno votato con la pistola puntata alla tempia... Vuole dirci che i russi stanno con Putin e gli ucraini non stanno con Zelesky, questa è disinformazione pura" attacca il giornalista. Lo scrittore allora ribadisce: "Tutti gli ucraini non stanno con Zelensky. Le repubbliche del Donbass dal 2014 sono massacrate nel regime di Kiev e non vogliono stare" con il governo di Kiev." Non mi piace ma è così", argomenta Lilin con Buccini che dissente su tutta la linea e lo accusa di propaganda filorussa.