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Roma, tutto pronto per il Giubileo 2025. Ecco il Dpcm: un miliardo dallo Stato

Filippo Caleri

Ora non ci sono più scuse. La macchina del Giubileo del 2025 ha tutti gli strumenti per partire. Il Decreto della presidenza del consiglio dei ministri che costituisce la società «Giubileo 2025» è stato bollinato dalla Ragioneria dello Stato. Un ultimo passo burocratico che rappresenta di fatto, dopo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, la partenza operativa della stazione appaltante degli interventi dello Stato per agevolare l’evento, e che può contare su una dote finanziaria complessiva di 1,045 miliardi di euro da spendere entro il 2026. 

 

Una mole di fondi che possono essere già investiti perché per gli interventi sono previsti già quest’anno 285 milioni. Poi sono 290 milioni per ogni anno nel 2023 e 2024. A disposizione, nell’anno della manifestazione religiosa, saliranno a 330 milioni mentre per quello successivo la dote è 140 milioni. Tanti soldi per i quali lo Stato ha creato la società ad hoc che sarà, di fatto, il cardine delle opere pubbliche collegate all’Anno Santo perché seguirà le attività di progettazione, la realizzazione degli interventi, e l’approvvigionamento di beni e servizi utili ad assicurare la funzionalità e l’accoglienza dei credenti che arriveranno a Roma.

A presiederla un manager esperto come l’attuale amministratore delegato di Poste Italiane, Matteo Del Fante, mentre l’amministratore delegato sarà Marco Sangiorgio. Nel consiglio siederanno anche Alessandro Tonetti, Nunzia Vecchione e Ivana Guerrera. I membri resteranno in carica tre anni ma potranno eventualmente essere rieletti. Avranno una remunerazione che il decreto ha già fissato in 29mila euro per il presidente e in 16 mila per gli altri membri. Ma, qualora autorizzato dall’assemblea dei soci, il cda potrà determinare gli emolumenti al presidente e all’ad in modo da commisurarli alle logiche di mercato tenendo conto dell’ampiezza delle deleghe attribuite, del raggiungimento di specifici obiettivi di performance, di un bilanciamento adeguato tra parte fissa e variabile. La politica di remunerazione sarà comunque oggetto di una relazione da sottoporre all’Assemblea per spiegare quali sono i criteri adottati. Non manca anche l’indicazione dei componenti del collegio sindacale composto da tre sindaci effettivi e due supplenti. I primi tre sono: Antonella Carù, Giovanni Battista Lo Prejato e Cinzia Simeone. Mentre quelli che possono sostituirli sono Filippo Barbagallo e Emanuela Capobianco. 

 

Quanto alle risorse finanziarie con cui operare il Dpcm stabilisce innanzitutto con il capitale sociale è pari a cinque milioni di euro. Sarà questo il primo assegno che consentirà alla «Giubileo 2025» di lavorare. Non saranno i soli soldi su cui potrà contare. Perché in «considerazione degli aspetti di complessità, della dimensione e della eterogeneità delle attività svolte» l’entità del contributo annuale per il servizio svolto è fissato in un milione di euro per ogni dal 2022 al 2026. Il portafoglio a disposizione per il coordinamento operativo e le spese relative ai servizi da rendere ai partecipanti dell’evento religioso la società potrà contare poi su 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022 al 2024. Ben 70 i milioni da impegnare nel 2025 e altri dieci nel 2026. Anno nel quale la società si scioglierà secondo le norme dello Statuto approvato con il dpcm. Un testo che prevede anche la possibilità per il cda di nominare un dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili. 

 

Come gran parte delle società l’esercizio si chiude il 31 dicembre di ogni anno e, nel caso di creazione di utili, questi sono ripartiti accantonando il 5% dell’importo alla creazione di un fondo di riserva legale fino a che non sia raggiunto il 20% del capitale sociale. Mentre il residuo è assegnato secondo quanto stabilito dall’assemblea. 

La società dunque è ormai in fase di decollo. Ma non lavorerà da sola. La norma istitutiva consente alla stessa di avvalersi, previa stipula di apposite convenzioni, delle strutture e degli uffici tecnici e amministrativi delle regione Lazio, del Comune di Roma Capitale, dell’Agenzia del Demanio, dei provveditorati interregionali, nonché dei concessionari pubblici. 

Insomma, almeno nelle intenzioni, il Giubileo sarà un’occasione per mettere a fattor comune tutte le risorse tecniche e amministrative della Capitale. Roma attende.