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Long Covid nei bambini, sintomi per il 40 per cento degli under 14: eruzioni cutanee, dolori, problemi di memoria

Christian Campigli

Uno studio rivoluzionario. Che descrive, con precisione scientifica, le conseguenze per i bambini che hanno contratto il Coronavirus. Una serie di considerazioni che, banale da dirsi, porterà con sé un vespaio di polemiche e di prese di distanza. Di distinguo e di accuse.

 

Mal di stomaco, segni sulla pelle, umore ballerino, senso di fatica, problemi di concentrazione e di memoria. Sono alcuni dei possibili sintomi del Long Covid nei bambini da zero a 14 anni. Toccherebbero circa il 40% dei guariti, che, per almeno due mesi, si ritroverebbero ad affrontare una lunga serie di disagi fisici. Li elenca, nel dettaglio e con dovizia di particolari, l'agenzia di stampa AdnKronos, che, a sua volta, ha reso noto questa mattina uno studio danese pubblicato su The Lancet Child & Adolescent Health. È emerso che nella fascia d'età 0-3 anni il 40% di chi aveva avuto Covid ha manifestato sintomi per più di 2 mesi, contro il 27% dei controlli. Nei bimbi tra i 4 e gli 11 anni le percentuali sono state del 38% (infettati da Covid) e del 34% (controlli), mentre fra i 12-14enni del 46% e del 41%.

 

I disturbi più frequenti sono stati sbalzi di umore, eruzioni cutanee e dolori di stomaco per gli under 3. Sbalzi d'umore, difficoltà a ricordare o a concentrarsi ed eruzioni cutanee fra i 4-11enni,  affaticamento, sbalzi di umore e difficoltà a ricordare o a concentrarsi nei 12-14enni. Sebbene i sintomi rilevati siano comuni in generale tra i bambini, e non specificatamente associati a Long Covid, secondo lo studio gli under 14 che hanno ricevuto una diagnosi di positività hanno avuto maggiori probabilità di manifestare questi tipo di malessere a lungo termine, rispetto a quelli mai contagiati.

 

Per gli autori, questo suggerisce che i disturbi riferiti erano sequele lasciate da Covid. Un elemento supportato - precisano gli esperti – da un'analisi statistica: circa un terzo dei bambini che erano stati positivi lamentava sintomi assenti prima dell'infezione. Inoltre, con l'aumentare della durata dei disturbi, la percentuale di chi li presentava tendeva a diminuire. “I nostri risultati sono in linea con studi precedenti - rimarca Kikkenborg Berg – E dimostrano come, sebbene le probabilità che i bambini soffrano di Long Covid siano basse, questa sindrome deve essere riconosciuta e trattata seriamente”.