minaccia seria

Guerra Ucraina, "serve uno scudo antimissile". Gli esperti lanciano l'allarme per proteggere l'Europa

Uno scudo per l'Europa contro la minaccia dei missili russi. Molti degli esperti ne sono certi: "Le nostre difese oggi non bastano, dobbiamo proteggerci con un "ombrello" anti-missilistico". A sostenerlo è l'analista responsabile del Desk Difesa & Sicurezza del Ce.S.I., Pierluigi Barberini, secondo il quale "la minaccia di attacchi missilistici è reale e non più futuribile".

"Negli ultimi 20 anni - prosegue l'esperto - la Nato si è interessata alla contro-guerriglia, trascurando la componente anti-missilistica in quanto prima in Iraq e poi contro forze come Isis e Al Qaeda, non serviva. La minaccia convenzionale russa ci pone invece di fronte a sfide diverse, nuove. I russi hanno migliaia di missili di diversa gittata e con un margine di errore ormai nell'ordine dei pochi metri", sottolinea Barberini.

"Al momento ci sono solo due tipi di missile a disposizione della Nato - argomenta - il Thad (Usa) e l'Arrow 3 (Israele), ma solo la Germania oggi potrebbe forse permetterseli. Servono spese molto ingenti e per questo tipo di investimento occorrerà iniziare a ragionare in termini di Europa". Al momento è nella sola base ex sovietica di Deveselu, a circa 180 chilometri a sud-ovest di Bucarest, che si concentra l'intero 'scudo' europeo con il sistema Aegis Ashore, mentre un'altra in Polonia dovrebbe diventare operativa a breve: "Sono anni che la Nato ha approntato un dispositivo anti-missilistico - precisa Gianluca Pastori, docente di storia delle relazioni internazionali presso l'Università Cattolica ed esperto di politiche Nato - lo aveva cercato di gestire prima l'amministrazione di Bush figlio, dopo gli attacchi alle Torri Gemelle, e già all'epoca la Russia aveva espresso le sue riserve su questa politica vedendola come un atto aggressivo, poi l'amministrazione Obama aveva dismesso il progetto a inizio 2010 per poi rilanciarlo dallo stesso Obama dopo la Crimea nel 2014, con postazioni di rilevamento in Romania che sono attive da parecchio tempo. I radar intercettano missili in entrata e guidano i missili antimissile contro il bersaglio, poi serve allestire le batterie".

Secondo molti la minaccia di Putin all'occidente è figlia proprio di queste strategie passate e potrebbe non arrestarsi fin quando l'escalation della guerra all'Ucraina non avrà portato la potenza russa ad assicurarsi Donbass, Lugansk oltre che il controllo di Mariupol che è l'anello di congiunzione tra Sud Crimea ed est Russia. Come sentenzia Pietro Batacchi, direttore della Rivista Italiana Difesa: "Il concetto della difesa anti-missile altera l'equilibrio strategico e incentiva la controparte a mettere a servizio dei sistemi in grado di penetrare le altre difese. Il peccato originale è l'uscita degli Usa dal trattato Atbm all'epoca di Bush figlio".

"Se basteranno le attuali difese in caso di attacco russo all'Europa? Mettiamola così - specifica l'esperto - dipende da che tipo di attacco subiremmo. Sicuramente le basi anti-missilistiche in dotazione nella base Nato in Romania, e quelle polacche che dovrebbero diventare operative a breve, costituiscono un buono scudo, ma da qui a dire che proteggeranno l'Europa ce ne vuole. Erano stati installati anni fa per proteggere l'occidente da eventuali missili balistici iraniani, ma è difficile crederci. E' il motivo per cui la Russia ha messo a punto i famosi SSC-8 a lunga gittata".

"Quella della parità strategica - conclude l'esperto - alterata con lo schieramento anti-missile soprattutto in Europa crea un'influenza sulla percezione russa. Non significa essere filoputiniani ammetterlo".