il caso

Denise Pipitone, chi indaga sul giornalista Milo Infante. Lo sfogo sui social: continueremo a cercare

Diventa un caso l'indagine a carico di Milo Infante, giornalista e conduttore del programma di Raidue "Ore 14", nell'ambito della storia giudiziaria della sparizione di Denise Pipitone, la bimba di Mazara del Vallo scomparsa nel nulla il primo settembre 2004. Infante su Instagram ha mostrato il dettaglio di un atto giudiziario  accusando: "I giudici indagano chi Denise l’ha cercata con tutte le forze. Giornalisti, ex pm, e non solo... Se qualcuno pensa che sia sufficiente per fermarci sbaglia. Continueremo a cercare Denise. Entro la fine della settimana avremo comunque risposte anche sulla Commissione di inchiesta. Denise va cercata, non archiviata".

Infante nel suo post si diceva in attesa delle conclusioni della commissione parlamentare sulla scomparsa di Denise, ma anche in questo caso le notizie non sono confortanti. A quanto risulta l'organismo parlamentare non sarà costituito. 

 

Intanto la madre di Denise Pipitone, Piera Maggio, ha diffuso sui social un codice QR che rimanda direttamente sulla pagina web in cui ci sono tutte le informazioni necessarie che riguardano il caso. "Se vuoi, fai stampare dal tipografo un adesivo oppure un adesivo magnetico da applicare sulla vetrata del tuo esercizio commerciale, sulla porta, sull’auto, sul tuo furgone, camper o camion. Salva l’immagine e diffondila anche attraverso WhatsApp, Telegram etc, anche all’estero", è il messaggio che lancia la donna, aggiungendo: "Coloro che hanno rapito Denise, hanno eluso la giustizia italiana. Alcuni ci sono caduti in pieno inconsapevolmente, altri per volontà propria e altrui. Tutto questo, oltre a noi, rimarrà una vergogna indelebile nella memoria di molti italiani. È dura, ma andremo avanti nella ricerca della verità e giustizia per Denise, come abbiamo sempre fatto!".

 

La donna si era opposta all’archiviazione della nuova indagine che vedeva indagate quattro persone: l’ex moglie del padre naturale di Denise, Anna Corona, che rispondeva di sequestro di persona; Giuseppe Della Chiave e due testimoni accusati di false informazioni al pm.