la polemica

Le armi italiane inviate in Ucraina sono vecchie: sui social diventa una barzelletta

Luca De Lellis

L’invio di armi italiane in Ucraina è stato motivo di dibattito politico nel nostro Paese. Peraltro, i soldati di Kiev che in questi giorni hanno approcciato con gli armamenti arrivati dalla penisola, hanno reclamato contro il loro scarso standard tecnologico. I social, anche in questa circostanza, non hanno perdonato.

Le immagini di membri dell’esercito ucraino che acquisiscono confidenza in un parco con le nostre mitragliatrici sono state diffuse sulle piattaforme di interazione tra utenti, e sono state oggetto di commenti “al veleno”. In effetti, le armi sembrano somigliare in modo spaventoso a quelle della seconda guerra mondiale.

 

Poi però sono arrivati ulteriori giudizi, stavolta più simpatici nei confronti delle mitragliatrici provenienti dall’Italia: “Le utilizzano gli americani in tutto il mondo. Vedrete che faranno un ottimo lavoro…”. Sono armi non esattamente leggere, che certamente non permettono al tricolore di emergere rispetto agli altri stati in termini di aiuti militari. Tant’è che gli uomini delle milizie ucraine espongono con maggior soddisfazione i missili e gli altri mezzi di distruzione di ultima generazione consegnati loro da Stati Uniti e Gran Bretagna. In realtà, La Repubblica scrive di “alcuni punti oscuri dell’operazione di sostegno all’Ucraina”, relativi a una presunta volontà del governo Draghi di inviare i nostri migliori missili Spike, disattesa però dall’autorizzazione non concessa dal produttore israeliano, o per ragioni di neutralità in questo conflitto o per paura che queste sofisticate armi venissero sequestrate dall’esercito di Putin.

Nonostante alcune lapalissiane lacune negli armamenti, l’impegno italiano al fianco dell’Ucraina non può essere confutato. Lo certificano i missili terra-aria Stringer e quelli controcarro Milan transitati dagli aeroporti militari di Pratica di Mare e di Pisa e che hanno raggiunto le basi ucraine. Non solo, perché i mezzi che più hanno entusiasmato gli uomini di Zelensky sono i fuoristrada blindati Lince, costruiti per non crollare sotto i colpi delle mine e utilizzati anche in Afghanistan.

In una guerra che sta durando più di quanto si potesse prevedere, e che sta radendo al suolo alcune delle città ucraine, quantità e qualità delle risorse militari devono risultare ottimali per la resistenza di tutta la nazione.