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Putin e il sintomo cerebrale del long Covid, dagli Usa la tesi che spiega il "delirio di onnipotenza"

Il presidente russo Vladimir Putin appare sempre "più imprevedibile, erratico e irrazionale", come alcuni esperti hanno detto alla Cnn, e la "deriva" dello Zar che ha scatenato la guerra in Ucraina potrebbe avere delle motivazioni cliniche. L'intelligence americana lavorerebbe tra l'altro per raccogliere informazioni a riguardo sulla scia di un sospetto preciso sulla salute mentale dl presidente russo.

 

Tutto è partito dalle osservazioni della giornalista scientifica e autrice americana Premio Pulitzer Laurie Garrett secondo cui gli effetti del Long Covid potrebbero aver avuto la meglio sui nervi di Putin che oggi sarebbe “incapace di ragionare, forse per gli effetti del long Covid ed è in preda a un delirio d’onnipotenza”. Difficile capire su cosa si basi la valutazione della giornalista, anche alla luce del rigoroso riserbo che Mosca appone alla salute del suo leader da decenni. 

 

Nel 2014 il New York Post rivelò che Putin soffriva di un “cancro al midollo spinale”, ricorda Tpi, mentre altre voci lo volevano colpito dal morbo di Parkinson.  Speculazioni che tornano alla ribalta con l'invasione dell'Ucraina, tanto che il Council on Foreign Relations, thinktank americano di cui fa parte la stessa Garrett, ha sostenuto che Putin negli ultimi mesi apparso “spento” e “sfasato” e soffrirebbe della cosiddetta “brain fog”, uno stato confusionale che è stato associato recentemente agli effetti a lungo termine del Coronarivrus.