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Arresti a Sabaudia. Corrotti per le salsicce e la maglia autografata dallo juventino Dybala

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«Grazie a Dio, grazie al coronavirus». Alcuni degli indagati nell'inchiesta della Procura di Latina sul sistema corruttivo che ruotava attorno alle concessioni balneari assegnate ad amici, sono arrivati al punto da gioire per la pandemia, perché questo comportava il rinvio degli eventi a Sabaudia legati alla Coppa del Mondo di canottaggio che si sarebbe dovuta tenere nel 2020 e, invece, proprio a causa dei contagi da Covid, si è svolta a giugno 2021. «In più circostanze, in particolare - si legge nell'ordinanza - affermarono senza alcuna remora "Grazie a Dio, grazie al Coronavirus" così come registrato in una conversazione telefonica del 6 marzo 2020 nella quale Manzo confidò al comandante nel centro Remiero della Marina Militare il fallimento della Coppa del Mondo e la "fortuna" della sopraggiunta pandemia che li avrebbe sottratti alle loro responsabilità».

Il giudice delle indagini preliminari del Tribunale pontino ha spigato così la frase intercettata dai carabinieri: «L’incapacità gestionale degli indagati, sommata all’attuazione del piano criminoso teso a favorire gli imprenditori piuttosto che l’interesse della collettività, sono stati determinanti» a fare in modo «che il campo di gara non venisse ultimato nel termine stabilito». Gli indagati, insomma, hanno sperato fortemente nella pandemia «per l’annullamento delle manifestazioni sportive».

 

 

C’è anche la richiesta di una maglia autografata, con dedica, del calciatore della Juventus Paolo Dybala tra gli episodi di corruzione finiti all’attenzione del gip di Latina Giorgia Castriota nell’ordinanza con cui ha disposto 16 misure cautelari, una nei confronti della sindaca Giada Gervasi (finita ai domiciliari). Ad avanzare la richiesta è, secondo il giudice, Angelo Mazzeo, l’appuntato, in servizio presso la stazione Carabinieri Forestali Parco, che si sarebbe occupato di far potare all’imprenditore Stefano Malinconico gli alberi nella villa di Attilio Guglielmi senza alcuna autorizzazione rilasciata dal Parco Nazionale del Circeo, ricevendo in cambio da Guglielmi l’affidamento permanente dei lavori manutentivi alla ditta "Paesaggio Urbano" (riconducibile allo stesso Malinconico, amico di Mazzeo) oltre alla promessa di consegnargli una maglietta dell’attaccante bianconero con tanto di autografo per la figlia. 

 

 

Premesso che già alla luce di precedenti favori, Malinconico avrebbe regalato a Mazzeo della carne di capretto e delle salsicce, sull’episodio della richiesta della maglietta del bomber argentino (che risale al dicembre 2019 e che l’ordinanza non dice se poi sia andata in porto) il gip evidenzia: «Quella che potrebbe apparire come una richiesta di scarso rilievo deve essere valutata in considerazione del consolidato orientamento di Cassazione, secondo cui a rilevare, nell’ipotesi di corruzione, non è tanto il valore oggettivo ed economico dell’utilità, quanto il valore soggettivo che la stessa ha per il corrotto. Pertanto, è indubbio che per Mazzeo riuscire a ottenere la maglietta dell’idolo sportivo di sua figlia come regalo per il suo compleanno di 18 anni rappresenti un’utilità il cui valore morale supera finanche il valore economico dell’importo dei lavori offerti».

Gli accertamenti avviati dalla procura di Latina hanno smascherato, quindi, «la rete di amicizie e favoritismi - come scrive il gip - promossa da Mazzeo in relazione proprio all’attività di manutenzione del verde privato all’interno del territorio ricompreso tra Sabaudia e San Felice Circeo, che è assoggettata a vincoli paesaggistici e regolamentata da apposite Linee Guida del Parco Nazionale del Circeo».

 

 

 

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