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Non è l'arena, Sileri e il caso delle terapie intensive. Dietrofront sulla "vita difficile" ai no vax

Il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, alza i toni contro i no vax in stile Macron. Mercoledì 26 gennaio era ospite a Non è l'Arena, il programma condotto da Massimo Giletti su La7, dopo la polemica nata per le parole pronunciate a Dimartedì. Rispondendo al professor Paolo Gibilisco aveva sbottato: "Vi renderemo la vita difficile come stiamo facendo perché chi non è vaccinato e chi non rispetta le regole è pericoloso". 

 

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Ieri Sileri era tornato sulle sue dichiarazioni: non c’è stato "nessun intento polemico nelle mie parole" rivolte ai no vax e non c'è "nessuna volontà di introdurre ulteriori restrizioni". Insomma, la vita difficile partirà  dal primo febbraio quando entreranno in vigore le limitazioni per i non vaccinati e dal 15 febbraio con l’obbligo vaccinale per gli over 50: "In questo senso vanno intese le parole dette. Sarà difficile. Ma è già nei fatti".

 

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Nel programma di Giletti il sottosegretario ha ammesso alcune criticità della gestione delle rianimazioni. Le terapie intensive "potenzialmente attivabili" si avvicinano alle 10mila unità ma "il problema è che non bastano il letto e il ventilatore, hai bisogno anche del personale, che è stato comunque notevolmente aumentato  in alcune regioni" ma in altre "più sfortunate" ci sono "meno probabilità di trovare anestesisti o personale infermieristico". 

 

All'inizio di una notte di trattative per il Quirinale, Sileri non si sbottona sulle mosse di Conte e Di Maio. Giletti: leggo che ci potrà essere qualche evoluzione notturna per il presidente della Repubblica. "L'unico messaggio  che ho ricevuto è quello di un medico che mi ha scritto..." dice il sottosegretario :"Anche io sono diventato democristiano? Tutti nasciamo di destra o di sinistra, ma tutti moriremo democristiani" scherza Sileri.