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Superati i 200 morti: mai così tanti nella quarta ondata. I rischi per i vaccinati da più di 5 mesi

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Dario Martini
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Ieri sono stati raggiunti i duecento morti per Covid in un giorno. Dietro alla tragicità delle vite stroncate dal virus c'è anche il superamento della soglia psicologica che quel numero rappresenta. Per l'esattezza, sono 202 i decessi registrati nelle ultime 24 ore. Mai così tanti durante la quarta ondata. Per ritrovare un livello simile bisogna tornare indietro al 18 maggio. Questo dato si accompagna ad un marcato aumento dei contagi, che tocca il record assoluto di 78.813 casi, andando ben oltre al conteggio di Natale che si era fermato a 54.762. È l'effetto chiaro della variante Omicron che sta diventando dominante nel nostro Paese. Ma è anche il riflesso dell'aumento esponenziale dei tamponi. Oltre un milione in un giorno solo. Per la precisione, ne sono stati processati 1.034.677, contro i 343.968 del giorno prima, con un tasso di positività che scende al 7,6% (-1,4%). La crescita delle infezioni, però, fortunatamente non è proporzionale a quella dei posti occupati in terapia intensiva: 19 nuovi ingressi, che porta il totale a 1.145.

 

 

Ritornando alla letalità del virus, se esaminiamo i dati forniti dall'Istituto superiore di sanità, appare evidente che le terze dosi sono iniziate in ritardo rispetto a quanto sarebbe stato necessario. Chi rischia di più, enormemente di più, sono i non vaccinati. Per cui ci sono 11,93 morti ogni 100mila casi. La situazione cambia se guardiamo i vaccinati. Ma con differenze nette a seconda della data di somministrazione del siero. Tra chi ha fatto solo una dose si registrano 3,59 decessi ogni 100mila casi. In questa categoria rientrano anche i guariti che, dopo il tempo prestabilito, hanno ricevuto l'unica iniezione anti-Covid prevista. Poi, vengono i vaccinati con ciclo completo da più di 150 giorni, per cui ci sono 6,39 decessi ogni 100mila casi. Quasi il doppio di chi ha ricevuto una sola dose. È la dimostrazione della perdita considerevole di efficacia dei vaccini con il passare del tempo. È nettamente migliore, invece, la situazione per i vaccinati da meno di cinque mesi: 0,79 morti ogni 100mila.

 

 

Il boom di tamponi, invece, sta mettendo sempre più in difficoltà le farmacie e i centri adibiti dalle Asl, che non sono attrezzati per lavorare così tanti test antigenici e molecolari ogni giorno. «Manca il personale e non ci sono abbastanza reagenti», denunciano gli addetti ai lavori. Se questo trend continuerà anche nelle prossime settimane il governo sarà costretto ad intervenire. Il commissario all'emergenza Francesco Paolo Figliuolo dovrà aumentare l'approvvigionamento dei materiali necessari. E, probabilmente, dovrà fare anche nuove assunzioni di operatori sanitari in grado di smaltire l'enorme mole di lavoro. Due giorni fa, il generale ha detto che le critiche sono giuste, ma ha spezzato anche una lancia in favore di chi «da due anni tira la carretta» e quindi «si è preso una pausa». Figliuolo ha promesso «risorse della Difesa» per alleggerire la pressione e ridurre le file degli ultimi giorni. La situazione, però, è in continuo divenire. Non sono escluse altre decisioni.

 

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