alto rischio

Terza dose, vaccino scaduto per 9 milioni: boom di italiani senza difese

Dario Martini

Contro il boom dei contagi il governo è corso ai ripari rinforzando lo strumento del green pass, aumentando l'utilizzo delle mascherine e irrigidendo le restrizioni per i no vax. Ma c'è un aspetto evidente da considerare dietro la crescita delle infezioni. È la perdita di efficacia dei vaccini.

Solo le terze dosi sono in grado di attenuare veramente il problema. Nell'ultimo bollettino diffuso dall'Istituto superiore di sanità la vigilia di Natale, infatti, emerge un dato preoccupante: dopo cinque mesi dal completamento del primo ciclo vaccinale la protezione dei sieri anti-Covid nel prevenire il contagio, sia sintomatico che asintomatico, scende Cosa significa se consideriamo la popolazione italiana?

Ad oggi sono state somministrate 17 milioni di terze dosi. Mentre sono circa tredici milioni coloro che devono ancora ricevere il booster nonostante abbiano fatto la seconda più di cinque mesi fa. Quindi, in base a quanto sostiene l'Iss, di questi tredici milioni di persone, c'è un 30% (circa 4 milioni di italiani) che è ancora protetto dall'efficacia del vaccino, e un altro 70% (circa 9 milioni) che invece non lo è più. Nove milioni di vaccinati che possono essere contagiati. Non sono pochi. Ecco perché il governo ha deciso di anticipare ulteriormente le terze dosi, che presto potranno essere fatte dopo quattro mesi dal completamento del primo ciclo. Ricordiamo che il ministero della Salute e l'Aifa inizialmente avevano previsto un intervallo di sei mesi. Poi, anche sulla scorta dell'esempio israeliano, lo avevano ridotto a cinque mesi. D'altronde, l'efficacia dei vaccini sta calando sensibilmente. U

n trend ben fotografato dall'Iss nel corso dell'ultimo mese. A inizio dicembre, infatti, la protezione del vaccino dal contagio dopo cinque mesi dalla seconda dose si attestava ancora al 44%. Una settimana dopo è passata al 39%. Il 15% è calata ancora: 35,8%. Fino all'ultimo dato della vigilia di Natale, pari al 30,1%. Quasi quindici punti percentuali in meno nel giro di poco più di tre settimane. L'unico strumento per arginare questo crollo dell'efficacia sono i "booster", che fanno rischizzare la prevenzione dal contagio al 71%. Più del doppio. A preoccupare gli scienziati non è solo il calo della protezione dall'infezione. S

eppur in misura minore, a scendere è anche l'efficacia nel prevenire il rischio di finire in ospedale. Si legge nel report dell'Iss: «L'efficacia del vaccino nel prevenire casi di malattia severa nei vaccinati con ciclo completo da meno di 150 giorni è pari al 92,7%, mentre cala all'82,2% nei vaccinati che hanno completato il ciclo vaccinale da oltre 150 giorni». Quindi, c'è un 18%, quasi un caso su cinque, che può ritrovarsi ricoverato.Anche in questo caso, l'unica soluzione è ricorrere al booster, con cui la protezione dalla malattia grave risale e raggiunge il 94%. Se la soluzione può venire solo dalle terze dosi, bisognerà attendere una copertura maggiore della popolazione per vedere benefici concreti.

Il bollettino del ministero della Salute di ieri parla chiaro: meno tamponi e meno casi, ma tasso di positività che si impenna all'11,5%. I dati fanno registrare 24.883 nuovi contagi da Covid e 81 decessi in 24 ore, con un numero monstre di 217.052 di tamponi analizzati. Crescono le ospedalizzazioni con 9.220 ricoveri (328 in più del giorno prima) e 1.089 terapie intensive (18 in più, con 85 nuovi ingressi). Il virus corre e la corsa ai test del periodo natalizio, con 1.721.948 green pass scaricati il 24 e 433.270 download il giorno di Natale, fa emergere una curva che cresce in modo esponenziale anche se i numeri dei ricoveri non sono paragonabili con il periodo pre-vaccini. Il 26 dicembre di un anno fa, senza vaccini e in zona rossa, a fronte di 10.407 contagi in un giorno, i morti erano stati 261, i ricoverati 23.304 e 2.582 in terapia intensiva.