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Il Covid non ferma la voglia di Ferrari. Samocar di Malagò fa il pieno di utili

Andrea Giacobino

Il business di Giovanni Malagò non conosce la crisi pandemica. Il sessantaduenne ma sempreverde presidente del Coni e del Circolo Aniene è titolare assieme al padre, il cavaliere Vincenzo, di Samocar, concessionaria ufficiale di Ferrari e Maserati che oltre alle sedi di Roma (in via Pinciana) Prato, Napoli e Monterotondo, ha la sua punta di diamante nella storica sede nella Capitale di via Smerillo con oltre 8mila metri quadrati coperti e scoperti e un’officina di 2mila mq per riparare le auto «vip».

 

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Il 2020 ha visto i ricavi netti salire a 62,2 milioni di euro dai 61,4 milioni dell’anno prima e l’utile netto progredire da 1,5 a oltre 1,7 milioni. Nell’anno in cui il mercato delle auto di lusso è sceso del 14% sul 2019, le vendite Samocar di auto nuove Ferrari e Maserati sono state pari a 43,4 milioni cui si sommano 10,2 milioni incassati dalla vendita dell’usato e il post vendita che ha generato ricavi per 7,3 milioni.

 

La concessionaria di Malagò lo scorso anno ha venduto 117 «Rosse», in crescita del 6,4% sul 2018, con una quota di mercato salita dal 22 al 23%. Meno bene le Maserati, le cui vendite sono diminuite da 247 a 153 vetture pari a una quota di mercato nazionale dell’11%. Azionisti di Samocar sono Vincenzo Malagò, la moglie Livia, Giovanni e la sorella Francesca.