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L'ultimo delirio politically correct colpisce Harry Potter. I trans: "Boicottiamo il film"

Le accuse alla creatrice del maghetto di essere contro la comunità si riversano sul ritorno al cinema della saga

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Il delirio politically correct non risparmia nessuno. Neppure il maghetto più amato - e apparentemente innocuo - del cinema. L’atteso ritorno di Harry Potter sul grande schermo per festeggiare i 20 anni di "carriera" si porta dietro qualche veleno di troppo. L’occasione è la proiezione di "Harry Potter e la Pietra Filosofale" che, dopo essere entrato nella storia del cinema vantando il record di incasso al botteghino per il weekend di apertura più alto di sempre, dal 9 al 12 dicembre sarà possibile rivedere nei cinema in Italia.

La notizia, accolta con entusiasmo dai milioni di fan italiani, ha "scatenato" gli haters, che attaccano l’autrice J.K. Rowling "rea" di essere diventata miliardaria grazie alla saga del maghetto di Hogwarts (è la seconda persona più ricca d’Inghilterra dopo la regina Elisabetta), ma anche e soprattutto per le sue dichiarazioni divisive sulla comunità Lgbt.

«Non voglio più supportare in alcun modo un’autrice che utilizza i suoi guadagni e il suo potere mediatico per sostenere cause transfobiche», scrive uno dei tanti internauti. «Andando al cinema farete guadagnare altri soldi a quella transfobica!», rincara un altro. Un dibattito quantomai attuale anche in Italia, dove la settimana scorsa è andato in scena in Parlamento lo scontro sul ddl Zan.

Qualcuno prova a difendere l’incolpevole maghetto: «Harry Potter non è la Rowling», scrive. Ma c’è anche chi difende l’autrice britannica a spada tratta: «Colpevole di essere rimasta una voce libera. Imperdonabile diventare famosi e non adeguarsi alla narrazione dominante», sottolinea un fan. Che l’operazione boicottaggio non sembri alla fine prendere piede sembra comunque assodato, come conferma il sarcasmo di un utente: «Ora so che film andare a vedere con la mia famiglia, grazie!», ironizza eloquentemente.

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