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Sputi, insulti e minacce al giornalista di Tagadà: si scatena la violenza alla manifestazione no-green pass

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Un brutto episodio ha coinvolto Nicola Campagnani durante la manifestazione dei no green pass andata in scena a Milano nel weekend. Il videomaker e giornalista di Tagadà, programma di La7 condotto da Tiziana Panella, racconta la scena di cui è stato protagonista nella puntata del 1 novembre: l’inviato ha ricevuto sputi, minacce e insulti per la sua presenza in piazza. “Tutto bene, sto bene” racconta Campagnani dopo l’aggressione, che per fortuna non è degenerata. 

 

 

Ma quali sono i motivi che hanno spinto un manifestante in particolare ad alzare la tensione: “Non - dice il giornalista - l’ho capito benissimo nemmeno io fino in fondo, in quel momento non stavo registrando e mi stavo riparando sotto i portici per riparare il microfono. Mi è venuta una persona incontro che mi ha detto che me ne dovevo andare e solo a quel punto ho attivato la telecamera. Il dato spiacevole è che nessuno degli altri manifestanti abbia detto nulla. Una testa calda può esserci sempre, ma lì c’era più solidarietà nei confronti della testa calda che nei miei. Sono stato difeso da alcuni colleghi giornalisti, ma non dai manifestanti”.

 

 

Sono sempre più frequenti gli episodi di natura violenta nei confronti dei giornalisti impegnati nel raccontare la cronaca delle manifestazioni contro il green pass e contro il vaccino anti-Covid: “C’è assolutamente un fastidio nei confronti della categoria, il corteo sfilava con uno striscione in testa che recitava ‘In media stat virus’, poi ‘Giornalista terrorista’ e ‘Assassini della verità’ è stato tra i cori più ripetuti. Le teste calde sono in ogni piazza, ma questo sentimento sembra molto diffuso e tematizzato, i cori erano fatti da tutti. Questi episodi - conclude Campagnani - di violenza sono poi qualcosa di più di un effetto collaterale”.

 

 

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