caro pedaggi tra lazio e abruzzo

La marcia su Roma dei cento sindaci. Protesta contro il caro-pedaggi sulla Strada dei Parchi

Antonio Sbraga

Si dichiarano pronti «ad intraprendere qualsiasi forma di protesta ed iniziativa poiché i territori di Lazio e Abruzzo non possono più attendere: un’ulteriore stangata del 36% per percorrere l’autostrada che è già la più cara d’Italia sarebbe davvero insostenibile!». È questo il grido d’allarme di oltre cento sindaci delle due Regioni, che guideranno la protesta giovedì 28 sotto la sede del Ministero dei Trasporti, in Via Nomentana, contro la richiesta dell’ennesimo aumento dei pedaggi sull’A24 e A25 dal 2022. Un nuovo amaro calice di capodanno, come quelli che sinora hanno fatto aumentare complessivamente i costi dei pedaggi del +187% fino alle sospensioni dei rincari, scattate 2 anni fa. Però ora è iniziato il conto alla rovescia per la «scadenza del blocco delle tariffe con la conseguente ipotesi di aumento del 36% circa».

 

 

E i cento sindaci di Lazio e Abruzzo si sono nuovamente riuniti al confine fra le due Regioni, nella sede del Comune di Carsoli, decisi a riprendere la loro «battaglia per mantenere il blocco dei pedaggi in attesa dell’approvazione del Piano Economico Finanziario e la risoluzione definitiva di tutti i problemi legati al tratto autostradale. I Sindaci e i cittadini sono preoccupati, perché, pur cambiando i Ministri e i Governi, la musica non cambia!». Perché, spiegano gli amministratori comunali, «a due settimane dall’inoltro della nuova richiesta di incontro, tutto tace: il presidente del Consiglio dei Ministri, il ministro dei Trasporti, il ministro delle Finanze e i due Commissari, non hanno dato alcun riscontro, dimostrando per l’ennesima volta scarso interesse alla risoluzione della problematica e totale mancanza di rispetto istituzionale nei confronti di oltre cento Sindaci e Amministratori di Lazio e Abruzzo».

 

 

Ormai decisi a scendere in piazza nel sit-in organizzato per giovedì alle 10, nella speranza che offra «l’opportunità per un incontro tra il ministro e una rappresentanza dei Sindaci presenti». Anche perché nelle due autostrade la convenzione applica la «tariffa di montagna» sugli interi percorsi, compresi gli 11 chilometri del pianeggiante tratto urbano romano: sia per i 159 km dell’A24 Roma-L’Aquila-Teramo che per i 114 km dell’A25 Torano-Pescara. Però, con questa integrale «tariffa di montagna», l’automobilista di certo non ci guadagna: arriva a pagare, infatti, fino al 43% in più di pedaggio rispetto a chi transita su un analogo tratto dell’A1.