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Ancora col "green pass che ci rende più sicuri". Crisanti insorge, scintille con la Boralevi a Controcorrente

Giorgia Peretti

“Il green pass ci rende più sicuri”, e Andrea Crisanti insorge.  A scatenare il microbiologo e professore ordinario di microbiologia all'Università di Padova è Antonella Boralevi. Entrambi ospiti della puntata di domenica 3 ottobre di “Controcorrente”, il talk show serale condotto da Veronica Gentili su rete 4. Il tema al centro del dibattito è la certificazione verde, obbligatoria per tutti i lavoratori dal prossimo 15 ottobre.

 

Nel corso della trasmissione, si assiste alla protesta di alcuni camionisti vaccino-scettici che rifiutano di vaccinarsi e attaccano il provvedimento al quale dovranno adeguarsi. La tesi su cui si fonda l’idea comune è la seguente: “il green pass non genera la sicurezza visto che anche i vaccinati si possono infettare. Dal punto di vista medico e sanitario a cosa serve? Come potete correlare il vaccinato, il tamponato e il guarito”.

 

La domanda è indirizzata a Crisanti, che in collegamento risponde con franchezza: “Io mi sento completamente a mio agio nel rispondere a questa domanda, perché io ho sempre detto che il green pass non è uno strumento di sanità pubblica. Bisogna dire a tutti quanti quello che è il green pass ovvero uno strumento per indurre le persone a vaccinarsi e la ragione per cui dobbiamo indurre le persone a vaccinarsi è perché abbiamo un virus con un indice di trasmissibilità elevatissimo”. Poi prosegue: “Se il green pass ha come effetto quello di indurre a vaccinarsi perché limita la qualità della vita ha un effetto positivo perché poi le persone si vaccinano ma il camionista ha perfettamente ragione. Il green pass non crea ambienti sicuri perché anche i vaccinati si infettano”.

 

Antonella Boralevi, ospite in studio lo contraddice: “No, crea ambienti più sicuri, professore. Mi permetto di correggerla il green pass rende molto più sicuri, undici volte più sicuri, questo lei lo deve dire è importante. Questo i camionisti non lo sanno”. Crisanti la blocca: “No, allora non è assolutamente vero. Questa è una misura per indurre al vaccino, c’è una differenza guardi. E poi che i vaccinati si infettano lo dimostrano i dati da Israele”. “Sì ma in misura minore”, prosegue la scrittrice. “Mi faccia finire. L'effetto protettivo del vaccino dopo sei mesi, nei confronti dell'infezione asintomatica, diminuisce di circa 30/40%, è così, i dati in Inghilterra parlano. Hanno 35.000 casi al giorno e questa la verità, poi che il green pass aiuti a creare ambienti relativamente più sicuri sono d'accordo con lei ma se lei dice il gran passo crea ambienti sicuri no”, conclude durissimo.