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Caso El Shaarawy, il pm chiede l'archiviazione

Una ricostruzione dei fatti, fornita dalla persona offesa, totalmente «inattendibile» e testimonianze «tutte tra loro coerenti e uniformi» che hanno di fatto scagionato l’accusato. È questo il parere della Procura di Roma che ha chiesto al gip di archiviare la posizione di Stephan El Shaarawy, il 28enne attaccante della Roma, accusato di lesioni dal cileno che aveva provato a rubargli la Lamborghini il 12 febbraio scorso. «Gli elementi raccolti nel corso delle indagini preliminari - scrive il pm Carlo Villani - dimostrano la scarsa attendibilità della ricostruzione dei fatti fornita dalla persona offesa». Si tratta del cileno, condannato a 1 anno e 6 mesi di reclusione per il tentato furto dell’auto del calciatore. L’uomo aveva raccontato che, prima di essere fermato dagli agenti, sarebbe stato inseguito e picchiato dal "Faraone", che era da poco tornato nella Capitale dopo la parentesi sportiva in Cina.

Una vicenda ricca di ombre poiché il cileno in un primo momento aveva presentato un certificato con una prognosi di pochi giorni per poi presentarne un altro in un secondo momento con 60 giorni. Dopo gli accertamenti svolti e ritenendo non credibile l’accusatore è stata chiesta al gip l’archiviazione della posizione dell’attaccante che in sede di interrogatorio aveva spiegato come il cileno cercando di scappare non accorgendosi della presenza di un dislivello nel marciapiedi, era inciampato cadendo a terra e impattando anche con il viso.

Una volta bloccato, anche alla presenza dei due passanti, il calciatore ha raccontato che l’uomo aveva iniziato a darsi schiaffi e pugni all’altezza del viso e delle costole, facendo sempre una forte resistenza. Inoltre dopo aver visionato le fotografie delle lesioni riportate dal cileno e allegate alla denuncia, l’attaccante aveva ribadito di non aver mai usato violenza nei confronti di quest’ultimo e di averlo consegnato alle forze dell’ordine «in condizioni certamente differenti da quelle rappresentate nelle foto». Inoltre come riportato nella richiesta di archiviazione le dichiarazioni rese dai quattro testimoni sentiti sono «tutte tra loro coerenti e uniformi» e hanno fatto emergere «una ricostruzione dei fatti diametralmente opposta a quella narrata» dal cileno.