l'analisi

Basta con l'incompetenza al potere. Gli "spignibottone" tornino a casa

Francesco Storace

C’è un buon libro che sembra la moviola della politica, il Var che manca per mandare anzitempo negli spogliatoi gli incompetenti. Un libro da leggere, riporre sullo scaffale, e consegnare più in là ai nostri figli piccoli: scopriranno tra qualche tempo, se l’ubriacatura sarà definitivamente passata, il pericolo che hanno corso.

Mirko Benetti, imprenditore e manager nel settore finanziario assicurativo, ha seguito la politica da molto vicino nel centrodestra, e ha scritto quello che potrebbe essere un manuale di resistenza al politicamente pessimo di questi nostri tempi senza eccellenze.

“Spignibottone, deputato per caso” ne è il titolo, che propone “ricette per contrastare la decadenza della politica” e sarà presentato oggi ai Parioli (piazza Santiago del Cile 20 alle 18). Spignibottone è il parlamentare di oggi. “E’ il figlio di questi tempi – spiega l’autore - tendenzialmente disoccupato, senza esperienza in nessun ambito e soprattutto senza nessun merito, se non quello di trovarsi h24 su Facebook”. Ed in effetti è la triste politica di questi tempi che preferisce i social alle sezioni, gli account veri o falsi alle persone, i divani ai cortei.

Scrive Benetti, e come dargli torto: “Rimpiango i tempi nei quali, per fare politica, si partiva dalle sezioni pulendo i posaceneri e si apriva bocca solo dopo anni di attivismo e presenza nel territorio. La gavetta non esiste più e si passa dal divano al seggio alla Camera con un solo click”.

Spignibottone pregusta la fine dell’avventura degli incompetenti al potere. Non è casuale la dedica del libro “Alla politica con la P maiuscola”. Devono sparire i “quota zero”. 

Sono anni che sopportiamo ministri e onorevoli da meme, personaggi di dubbia qualità e senza consenso: come dimenticare, di qui all’eternità, le celebri gaffe dei Toninelli come dei Di Maio, in ordine di ilarità. E questo crea nocumento alle istituzioni, la democrazia rappresentativa deve tornare ad operare a regime. Come?  “E’indispensabile che si immettano nelle sue aule rappresentanti qualitativamente adeguati. Non marionette, bensì qualificati professionisti, solidi, esperto, risorse umane di valore”. Una parola, caro Benetti, il proponimento di “riportare in politica il meglio che offre”.

Offre esempi concreti, l’autore.  

Le ridicole parlamentarie che hanno prodotto troppi spignibottone. E quegli onorevole burattini scelti dalle segreterie senza aver mai preso un solo voto di preferenza.

L’autore del libro cerca e trova perle legislative. E così si scopre che la produttività in parlamento pesa sul 30 per cento di deputati e senatori. A incidere sulla percentuale, già molto ridotta, anche alcuni maestosi inni all’inconcludenza scovati nel lavoro di ricerca negli archivi di Camera e Senato. La riforma delle assicurazioni concepita come un mostro burocratico dall’onorevole Maria Soave Alemanno. 

Quell’altro, l’on. Lattanzio, che propone la rivoluzione della “Camera dei Deputati e delle deputate”… 

Se il 30 per cento dei parlamentari sforna ‘sta roba forse è meglio placare gli sforzi del restante 70 per cento. Meglio che non ci pensino al bene della Nazione, chissà che proporrebbero.

Erano quelli della lotta alla Casta, le Camere come una scatola di tonno. Tranne le più modeste camere delle case popolari. Mamma Taverna (di cui l’autore ricorda il Gomblotto per far vincere la Raggi a Roma…) come donna Elisabetta Trenta che invece ottiene la casa di servizio dal ministero nonostante quella di proprietà al Pigneto. “Diritto alla riservatezza”, esclama. 

Ma non solo grillini. In questo tempo triste il capitolo incompetenti passa anche per le sventurate avventure di Laura Boldrini e le sue gag con colf straniera e assistente milanese. Un inno allo sfruttamento delle donne su cui è calato il gelo. Ci sono deputati e deputate. Non tutti e tutte meritano la gogna.

Non può sfuggire alla leggenda della rivoluzione senza senso Giuseppe Conte. L’oscuro avvocato di provincia promosso premier senza ancora capirne il motivo. Per poi restare a Palazzo Chigi con il governo opposto. Erano quelli nati contro i partiti, salvo allearsi per restare al potere prima con gli uni e poi con gli altri.

Proprio Conte ha accompagnato i Cinque stelle dal 33 per cento al niente. In tre anni e due governi e per un pelo ha mancato il terzo esecutivo personale. 

Poi, l'eroica storia del deputato pentastellato Cubeddu, che sta in Parlamento contro la leghista Saltamartini perché le schede elettorali furono abbandonate all'acqua che colava nel tribunale di Tivoli. E il ricorso non ebbe il ribaltamento dell’esito del voto che meritava per impraticabilità del campo…. Una vicenda che Benetti conosce molto bene, il collegio era quello della sua Guidonia e si estendeva fino alla città tiburtina.

Di questa storia di decadenza politica fa parte anche la vergogna di Allumiere con la concorsopoli della regione Lazio. 

E il degrado lo si avverte anche dalle candidatura a sindaco di Roma. Ci hanno detto per mesi che nessuno voleva candidarsi alla guida del Campidoglio per cinquemila euro al mese. E questa è la miseria. Roma, caput mundi, la capitale d’Italia, paragonata a uno stipendio... Passione per la città più bella del mondo zero. Non raccontiamolo ai nostri figli.

E nascondiamo loro anche quel che sappiamo su quel goffo ministro della Salute, Roberto Speranza e sul suo libro ritirato dalla circolazione in cui magnificava se stesso per aver vinto una pandemia che sta ancora qui. Avrebbe fatto meglio ad applicare o ad aggiornare – quanto meno a leggere – quel piano pandemico del 2006 dimenticato negli archivi ministeriali. Quante cose ridicole abbiamo dovuto vedere, l’app immuni, le Primule di Arcuri, l’Oms ridotta ad agenzia di promozione dell’Italia che sbagliava tutto. 

Ecco, basta al vaffa, è il motivo del volume. Si torni alla politica, che non può nemmeno passare per la genuflessione a Mario Draghi. Insomma, un’invocazione alla democrazia. C’è ne è davvero bisogno.