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L'ultimo schiaffo al made in Italy, il prosek croato finisce nella Gazzetta ufficiale europea

L'ultimo schiaffo europeo al made in Italy arriva con tutti i crismi, ovvero con la prossima pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione della richiesta da parte della Croazia di tutela del vino Prosek. 

 La Commissione europea, infatti, ha valutato la conformità ai requisiti di ammissibilità e validità della domanda di protezione della menzione tradizionale Prosek presentata dalla Croazia e procederà alla sua pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea. Lo ha annunciato il commissario all’Agricoltura, Janusz Wojciechowski, rispondendo a un’interrogazione parlamentare presentata da un gruppo di eurodeputati.

 

La reazione italiana non si è fatta attendere. «Nei confronti di uno dei prodotti simbolo del nostro Made in Italy da Bruxelles arriva una decisione gravissima e con cui di fatto l’Europa smentisce se stessa», sottolinea il sottosegretario alle Politiche agricole alimentari e forestali, Gian Marco Centinaio. «Solo pochi giorni fa la Corte di giustizia europea era stata molto chiara intervenendo sulla querelle fra Francia e Spagna sul caso Champanillo. Per i giudici, il regolamento Ue protegge le Dop da condotte relative sia a prodotti che a servizi e può sussistere evocazione di una Igp o di una Dop qualora, trattandosi di prodotti di apparenza analoga, vi sia un’affinità fonetica e visiva tra l’Igp o la Dop e il segno contestato. Ci sembra sia proprio il caso del Prosecco e del Prošek», osserva Centinaio.

 

«La nostra denominazione è inoltre strettamente legata a un territorio ben definito. Un valore riconosciuto anche dall’Unesco che ha iscritto le colline del Prosecco nella lista del Patrimonio mondiale dell’Umanità. Vanno tutelati gli operatori agricoli e gli sforzi fatti per ottenere prodotti di qualità e impedire che terzi si possano avvantaggiare abusivamente della notorietà che deriva dalla qualità di tali prodotti. Ci opporremo in ogni sede e con tutti gli strumenti a disposizione contro una scelta irrazionale e lesiva di una nostra eccellenza apprezzata in tutto il mondo», assicura il sottosegretario.

Anche il governatore veneto Luca Zaia esprime tutto i suo disappunto per questa decisione. «Non ho parole per commentare quanto accaduto. Di questa Europa non sappiamo cosa farcene. Un’Europa che non difende l’identità dei suoi territori, un’Europa che dovrebbe conoscere la storia del prosecco. Dovrebbe capire che, non solo si tratta di un prodotto che ha avuto tutti i riconoscimenti formali, dalle stesse strutture amministrative della Commissione Europea, anche rispetto alla riserva del suo nome, ma il prosecco ha, addirittura ottenuto il massimo riconoscimento di Patrimonio dell’Umanità da parte dell’Unesco». «Ciò che sta accadendo è vergognoso. Così non si difende l’agricoltura e così non difendono investimenti. Ma, soprattutto, così si mortifica la storia e l’identità di un territorio. Spero che ci siano gli strumenti per ricorrere. La Regione farà la sua parte», assicura Zaia.

 

Per Elvira Bortolomiol, presidente del Consorzio di tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg, «la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale UE della domanda di registrazione del prodotto croato denominato Prosek, è sconcertante. L’impegno e la fatica dei viticoltori del Conegliano Valdobbiadene sono concretamente minacciati, così come lo è un prodotto simbolo del made in Italy». Il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, sottolinea come «è necessario fare presto per fermare una decisione scandalosa che colpisce il vino italiano più venduto nel mondo. Si tratta di un precedente pericoloso che rischia anche di indebolire la stessa Ue nei rapporti internazionali e sui negoziati per gli accordi di scambio, dove occorre tutelare la denominazione prosecco dai falsi come in Argentina e Australia».

Dopo il caso Nutriscore - l'etichetta che l'Ue vorrebbe applicare ai prodotti alimentari e che, in pratica, bolla come dannose eccellenze italiane mentre dà il massimo dei punti a prodotti industriali - un'altra mazzata per il made in Italy.