paradossale

Grazie ai no vax hanno scoperto il degrado nelle stazioni. Paragone: ho assistito con godimento...

Gianluigi Paragone

Ci mancava poco che il primo settembre diventasse il 2 giugno: la parata delle forze armate è andata in onda non solo nella Capitale ma in tutte le stazioni d’Italia, minacciate dagli attacchi del temutissimo fronte no vax. 

 

Ammetto di aver apprezzato parecchio il presidio militare: finalmente il Viminale ha dimostrato che gli uomini e le donne in divisa da impiegare nelle stazioni ci sono eccome. E ammetto anche di aver assistito con godimento al paradossale assembramento dei giornalisti con telecamere al seguito: praticamente per un contestatore c’erano dieci giornalisti e dieci operatori. Un assembramento legalizzato.

 

Ma veniamo alla parola chiave della prima giornata di green pass obbligatorio: sicurezza. La sicurezza di garantire il servizio pubblico del trasporto su rotaia. La sicurezza di «proteggere» le persone dal Covid attraverso un pezzo di carta digitale che - più della carta d’identità - ti consente di essere cittadino della Repubblica del Governatore. Ovviamente sulla tenuta del trasporto pubblico ci sarebbe molto da ridire vista la ballerina qualità della rete e dello stesso servizio delle aziende, specie quelle di trasporto regionale e locale. 

 

Quanto al green pass come strumento per sentirsi al sicuro dal contagio, stenderei un velo pietoso: è più facile essere contagiati da un vaccinato versione Vispa Teresa, cioé positivo asintomatico («Ho la seconda dose, posso fare quello che voglio») che da un non vaccinato con un recente tampone negativo.

Ma non è questo il punto. La questione sicurezza su cui vorrei soffermarmi riguarda la zona delle stazioni delle città, luogo dove il degrado diventa l’habitat di delinquenti, teppisti e balordi vari. Gente ubriaca che molesta, spacciatori, stranieri che si sentono padroni degli spazi: insomma un luogo che necessiterebbe di una vigilanza costante, di un presidio militare operativo h 24. Invece… Invece sappiamo benissimo che così non è, che non ci sono mai risorse di personale sufficiente e purtroppo la domanda di sicurezza dei cittadini resta sospesa. O inevasa. Oggi la gente deve avere paura dei guerriglieri No Vax, spacciatori di bufale (una droga più letale dell’eroina spacciata in zona stazioni), gentaglia che importuna più degli ubriachi molestatori.

Il primo settembre il ministro Lamorgese ci ha fatto intendere quanto sia lontana e disinteressata alle paure dei cittadini. Del resto dopo il pesantissimo rave party di metà agosto non avevamo dubbi: migliaia di sballati hanno potuto radunarsi indisturbati, mentre sulle poche centinaia di manifestanti che rivendicano libertà di cure e diritti del lavoro arrivano le segnalazioni. 

Si tratta di scelte politiche chiare, di cui i partiti di maggioranza debbono rendere conto nelle prossime elezioni amministrative; parlare di sicurezza e contemporaneamente reggere bordone all’attuale ministra sa di ipocrisia. La stessa che si consumerà quando in aula arriverà un green pass privo di gratuità dei tamponi: lo voteranno tutti?

 

Ps. L’altra sera sono stato invitato in televisione e oltre alla scorrettezza di avermi affiancato a Forza Nuova con un abbinamento fotografico meschino, mi hanno pure abbassato l’audio in modo tale che la mia voce si sentisse poco rispetto a quella del conduttore. Come condotta democratica e imparziale non c’è che dire. E poi parlano di fascisti…