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Agorà, "basta paura su mascherine e variante indiana". L’infettivologo Cauda rassicura: dati confortanti

Giorgia Peretti

“Ciò che è successo l’anno scorso non è comparabile con la situazione di oggi”. Negli studi di Agorà si respira un cauto ottimismo nella puntata di martedì 22 giugno. Il talk show della mattina sotto la conduzione di Luisella Costamagna, in onda su Rai 3, ospita il professor Roberto Cauda. Mascherine, variante delta e discoteche sono i temi principali su cui il direttore del Dipartimento Malattie Infettive del Policlinico Gemelli di Roma ha risposto rassicurando sull’andamento della pandemia. 

 

 

Dal 28 di giugno sarà possibile superare l’obbligatorietà della mascherina all’aperto, Cauda commenta così: “Ci sono dei numeri molto confortanti dei contagi che vengono presentati tutti i giorni che ci dicono di una realtà in netto miglioramento. Dobbiamo stare cautamente attenti. Il caldo aiuta oltre la mascherina? Attenzione sempre perché si sono sviluppati dei focolai anche in paesi molto irraggiati come Brasile, California, Florida. In passato questi paesi hanno avuto delle epidemie e dei focolai epidemici. Sicuramente il caldo aiuta ma più che il caldo sono i raggi del sole”. Inevitabile la domanda sull’incidenza della variante delta, ex indiana, l’infettivologo spiega: “La variante indiana ha il 40% in più di possibilità di infettare. Però è chiaro che in estate e all’aperto si trasmette molto meno. Il virus, in queste condizioni, circola maniera molto bassa”.

 

 

Una mutazione che sta mettendo nuovamente in crisi un paese come la Gran Bretagna, i cui dati di contagio hanno subito un rialzo. "Pesa il fatto che il Regno Unito faccia 1 milione di tamponi rispetto all’Italia che ne fa appena 200 mila?" – chiede la conduttrice. Anche in questo caso Cauda sembra rassicurare: “In linea teorica però questo è l’elemento di correzione che deriva dalla percentuale di tamponi positivi sul totale dei tamponi fatti – specifica il professore - durante la prima ondata si facevano pochi tamponi (20/30 mila) ma la percentuale era del 20%. Comunque, le nostre percentuali sono molto basse anche se facciamo un numero di tamponi più basso ci dicono che sicuramente la circolazione del virus in Italia è certamente minore rispetto alla Gran Bretagna”. Infine, conclude: “Quello che è successo l’anno scorso non è comparabile con quello di oggi. Oggi abbiamo una percentuale migliore di vaccinati e l’utilizzo del green pass aiuta. Bisogna comunque mantenere la cautela e progressività”. Una progressività che Cauda sembra individuare come chiave risolutiva anche per le riaperture delle discoteche: “Il rischio zero non esiste, è chiaro però che in una progressività il rischio diminuisce. Lì bisogna pensare che si tratta anche di un problema economico oltre che sanitario - poi conclude specificando - l’uso della mascherina nelle discoteche possiamo dire che dipende anche dall’ampiezza dei locali".