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Piazzapulita, "non li prendete". Covid e lattoferrina, l'immunologa Antonella Viola spazza via gli integratori

Giada Oricchio

A “Piazzapulita”, l’approfondimento su politica e attualità di LA7, giovedì 13 maggio, la professoressa e immunologa Antonella Viola ha bocciato integratori e lattoferrina come terapia per il Covid-19: "Non servono". Poi l'allarme: “Ci saranno altri Coronavirus”.

Durante la puntata di “Piazzapulita”, il conduttore Corrado Formigli ha mostrato alla professoressa Viola un servizio sugli integratori e sulla lattoferrina consigliate in farmacia come valida arma contro l'infezione da Covid19, ma l’immunologa ha spazzato via ogni dubbio negandone con forza l’utilità: “Assolutamente no, non c’è nessuna evidenza che la lattoferrina funzioni e non si devono prendere integratori a meno che il medico, attraverso esami specifici, verifichi una carenza effettiva e reale. Le linee guida americane per un buon stato di salute dicono di non prendere integratori. Per avere un sistema immunitario che funzioni bisogna mangiare bene, condurre una vita sana e fare attività fisica soprattutto dopo una certa età. Per il resto lattofferrina e integratori non servono”.

Quando Formigli le ha domandato se ci saranno altri Coronavirus, la professoressa ha avvertito: “Sì, i coronavirus sono un problema ed è possibile che ne arrivi un altro o altri. L’infezione da Sars Cov-2 non ci protegge da un’altra infezione, non saremo protetti da nuovi virus grazie a questi vaccini. Si è stimato che nel 2050 la resistenza dei batteri agli antibiotici sarà la prima causa di morte. Dobbiamo smettere di usarli e dobbiamo investire in ricerca per mettere a punto nuovi antibiotici”.

Sui vaccini, Antonella Viola, direttore scientifica IRP di Padova, ha spiegato: “Il sistema immunitario ha memoria altrimenti ci ammaleremmo di continuo.  I vaccini stimolano la nostra risposta immunitaria e noi speriamo che il sistema immunitario conservi memoria della dose il più a lungo possibile, tuttavia non sappiamo ancora quanto duri questa memoria, al momento non siamo in grado di dire se dura uno, due o tre anni. E non sappiamo se dobbiamo rivaccinarci perché le varianti possono cambiare il quadro. Quello che possiamo affermare è che se dovessimo ammalarci di nuovo, non sarà come la prima volta. Se è importante fare gli esami per verificare gli anticorpi? No, la gente non deve andare a spendere soldi inutilmente. Uno studio recente ha dimostrato che chi è vaccinato e chi ha avuto il Covid è protetto dall’infezione”.

Sulla decisione di rinviare il richiamo di Pfizer da 21 a 42 giorni, l’immunologa è d'accordo con il professor Vaia dello Spallanzani: “E’ vero che il trial è stato approvato per 21 giorni, ma è altrettanto vero che nei dati forniti da Pfizer si era arrivati a 42 giorni. Il vaccino funzionerà e sarà efficace uguale. Semmai il problema è un altro: una vaccinazione parziale dà un’immunità parziale e questo significa una maggiore circolazione delle varianti e un rischio maggiore di contagiarsi”.

Infine su AstraZeneca e Reithera, la dottoressa ha ribadito le sue posizioni: “AstraZeneca non è un vaccino di serie B, ha avuto una pessima comunicazione, però continuo a pensare che non debba essere dato a tutti, soprattutto non alle donne giovani. Reithera invece si è arenato, ma io l’ho detto subito che era tardi per presentare un vaccino che doveva andare ancora incontro alla fase 2 e 3 quando c’erano già 4 vaccini pronti. Chi ha sbagliato su Reithera? Chi ha investito nel progetto, mentre la cosa migliore era firmare accordi per produrre qui in Italia i vaccini già approvati. Si è perso tempo”.