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DiMartedì, “ha ragione chi ha paura del vaccino”. Il prof. Bellavite fa tremare lo studio, la verità sulla sperimentazione

Giorgia Peretti

"Gli italiani che hanno paura dei vaccini hanno ragione in un certo senso". Il professor Paolo Bellavite ematologo dell'Università di Verona spiazza tutti a diMartedì. Nella puntata in onda ieri sera, 4 maggio, il talk di approfondimento condotto da Giovanni Floris affronta il complicato tema dei vaccini, evidenziandone le paure e le apprensioni delle persone che hanno assistito alla comunicazione schizofrenica circa la sicurezza.

“Alcuni italiani hanno paura dei vaccini e temono che facciano male. Hanno ragione?” chiede Floris. L’ematologo sembra comprendere i timori delle persone nel sottoporsi alla vaccinazione perché secondo lui vi è sta poca chiarezza: “Non abbiamo molte certezze tra la vera relazione tra un beneficio e il rischio. Questo discorso viene affrontato in maniera piuttosto superficiale. Dobbiamo sapere che siamo ancora in una vera e propria sperimentazione, quelle di Fase 2 e Fase 3 finiranno nel 2022, quella di Fase 4 cosiddetta post-marketing è in piena attività però purtroppo viene fatta anche male".

Poi continua lanciando l’allarme: "I dati che ci vengono riferiti sugli effetti avversi non sono affidabili perché sono basati tutti sulla cosiddetta sorveglianza passiva, ovvero viene segnalato un caso di reazioni avverse soltanto se viene prese in mano da qualcuno che si occupa di segnalarlo. Un esempio? Nell'ultimo rapporto Aifa si parla di 40 casi gravi di reazioni avverse ogni 100mila vaccini iniettati, in realtà negli studi di sorveglianza attiva che stanno uscendo di parla del 4%, cioè 4.000 su 100mila. E non 40 su 100mila. Questo si deve sapere" - continua Bellavite.

Nonostante l’apparente titubanza sui vaccini, il professore suggerirebbe comunque la vaccinazione alle persone fragili. “Lei consiglierebbe di vaccinarsi a un ottantenne o a un quarantenne?"- domanda il conduttore. "A un ottantenne sì, mia mamma che ha 94 anni si è vaccinata. Il rischio però è più grande per le persone più anziane e con patologie. Sotto i 50 anni, dipende molto da che mestiere fanno o se sono portatori di altre patologie. La cosa più importante è avere una valutazione libera del medico curante, senza pressioni né condizionamenti". 

A replicare su quanto detto dall’ematologo, Myrta Merlino che in veste di ospite della puntata legge dal proprio smartphone i dati che supporterebbero l’efficacia dei vaccini: "Non sono un medico e non voglio fare una discussione tecnica, ma ho guardato le statistiche. Prima cosa proprio scema scema: oggi in Inghilterra 0 morti per Covid, vaccinazione di massa, e in Italia 300. È più probabile farsi male con la pillola anticoncezionale, 1 caso di coaguli del sangue su 5.000, che con il vaccino. Incidenti domestici: uno grave su 7.100, AstraZeneca siamo su 1 caso ogni 250mila. Allora mi chiedo: vale la pena dare un allarme di questo tipo quando abbiamo un problema enorme di vaccinarsi tutti il prima possibile?"- chiede retorica la conduttrice de L’aria che tira.