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Da AstraZeneca a Johnson & Johnson, il disastro sui vaccini frena la campagna in Italia

Da una parte le rassicurazioni di governo e commissario all'emergenza, dall'altra lo stop a Johnson & Johnson, i dubbi sulla sicurezza dei sieri e i timori dei vaccinandi troppo spesso bersagliati da informazioni contraddittorie.

Se tutti sono d'accordo sul fatto che la campagna vaccinale sia l'unica vera via d'uscita dal tunnel della pandemia, pochi scommettono sugli obiettivi che si è dato l'esecutivo: ovvero, mezzo milione di somministrazioni al giorno entro la fine di aprile e 80% di vaccinati in settembre.

"Non dimentichiamolo mai. I vaccini sono la chiave vera per aprire la nuova stagione - ribadisce il ministro della Salute, Roberto Speranza, nelle comunicazioni alla Camera -. I numeri, come sempre, sono più chiari di mille parole. Tra dicembre e marzo abbiamo ricevuto poco più di 14 milioni di vaccini. Tra aprile e giugno ne riceveremo oltre il triplo". E se buone notizie arrivano dal commissario all'emergenza Francesco Paolo Figliuolo che assicura la disponibilità, nel solo mese di maggio, di 17 milioni di dosi, le nubi sopra la campagna vaccinale restano e riguardano in special modo due sieri fondamentali per la svolta: Johnson & Johnson e AstraZeneca. Sul primo, dopo la sospensione seguita ad alcuni casi di trombosi negli Usa, si attende il verdetto dell'Agenzia europea del farmaco e il timore è che, come già per AstraZeneca, anche il monodose statunitense venga 'raccomandato' per i soli over 60.

Proseguono le vaccinazioni sugli anziani: oltre il 70% degli over 80 ha ricevuto almeno una dose di vaccino e il 44% è già immunizzato. Ma il rischio è di trovarsi con pochi sieri somministrabili agli under 60 proprio quando la campagna punta a raggiungere anche alla platea dei più giovani.

Inoltre, per arrivare a mezzo milione di somministrazioni al giorno, è indispensabile il contributo dei medici di medicina generale e farmacie. Ma i vaccini Pfizer e Moderna, finora gli unici consigliati dai 18 anni in su, non sono adatti a una campagna capillare sul territorio perché più difficili da conservare e distribuire.

Sul caso Johnson & Johnson il generale Figliuolo si dice ottimista: "Si risolverà a breve", rassicura, ma solo a Roma sono già due gli hub costretti a rinviare l'apertura per il blocco al siero monodose. Intanto il virus continua a correre spinto dalle varianti: contagi, decessi e tasso di occupazione di ospedali e terapie intensive restano alti e i vaccini, davvero, sembrano l'unica vera arma per battere il Covid.